8 luglio 2007 : Coppola di Paola

Domenica 8 Luglio 2007

Parco del Pollino: La Coppola di Paola-
(Da Piano Pedarreto a Piano Ruggio)

 

DESCRIZIONE DEL PERCORSO:

Notizie utili

Dove andremo: nell’alta Valle del Mercure (settore occidentale del Parco nazionale del Pollino).
Un po’di Storia: tra 800.000 ed 80.000 anni fa’, la parte bassa di questa vallata fu la sede di un vasto lago pleistocenico,  le cui sponde furono frequentate da numerosi mammiferi che vivevano negli ambienti caldi ed umidi che caratterizzavano i periodi tra una glaciazione e l’altra; per questo, in diverse località, sono stati portati alla luce molti ed importanti reperti paleontologici, ora esposti presso il Museo di Scienze naturali di Rotonda, dove tra gli altri è possibile ammirare lo scheletro quasi completo di un Elephas antiquus, un  elefante diffuso nel Pleistocene ed alto circa 4 metri. Durante l’epoca romana, l’area acquistò grande importanza strategica grazie alla presenza della vicina Via Popilia, un’arteria militare che permetteva i collegamenti verso la Sicilia. Nell’alto medioevo, invece, la valle vide il fiorire di molti centri religiosi fondati da monaci di provenienza orientale e da questo periodo storico ne ha ereditato il nome (Mercurion, probabilmente da San Mercurio). Nella valle ci sono quattro comuni: Rotonda, Viggianello, Castelluccio superiore e Castelluccio inferiore, sono borghi dalle antiche tradizioni e dai centri storici interessanti e ben conservati; citiamo i ruderi del Castello di Viggianello e le molte chiese di questo centro aggrappato alle ripide pendici di un colle, i due Castelluccio, forse la sede dell’antica Tebe lucana, città fondata dal popolo degli Osci, e poi Rotonda, l’antica Nerulum, probabilmente fondata dai romani (qui sono da visitare in particolare i portali in marmo del centro storico). Caratteristiche, le tante frazioni sparse per la vallata (Pedali, Prastio, Torno, Montagna, Piedi la Valle, ecc.) e la coltivazione di molte varietà di ortaggi e di alberi da frutto, favoriti dall’abbondanza di acqua e dal clima favorevole, citiamo ad esempio la Melanzana rossa ed i Fagioli di Rotonda.
I riti arborei della Valle del Mercure: come in altre zone della nella nostra regione, sono antiche feste di origine pagana, poi cristianizzate; si celebrano sia a Rotonda, nel mese di giugno e dedicata a Sant’Antonio da Padova (Festa dell’Abete o della Pitu) sia a Viggianello, nel mese di Agosto (sempre Festa dell’Abete) qui dedicata a San Francesco da Paola.

Scheda Tecnica del percorso

Punto di partenza: località Piano Pedarreto a 1368 mt. slm.
Punta di arrivo: località Piano Ruggio (Rifugio De Gasperi) a 1535 mt. slm.
Punto più basso dell’itinerario: Fosso Sambucoso(1275 mt. slm.).
Punto più alto dell’itinerario: Cima nord di Coppola di Paola (1919 mt. slm.).
Dislivello totale: +167 metri (in salita 617 metri, in discesa 450 metri).
Cartografia Igm 1:25000:  foglio n. 221 IV NO Rotonda, foglio n. 221 IV NE Viggianello, foglio n. 221 IV SE Morano Calabro, foglio n. 221 IV SO Mormanno. (clicca qui per scaricare la cartina)

Territori comunali attraversati: Rotonda, Viggianello, Morano calabro.

Tipo di percorso: strada forestale, sentiero, tracce di sentiero e percorso libero su rocce, strada  asfaltata (quest’ultima per due brevi tratti all’inizio ed al termine dell’escursione).
Difficoltà: EE (escursionisti esperti). Percorso impegnativo (in particolare nel tratto compreso tra il Piano Marolo ed il Colle del Dragone) per cui si richiede, ottima forma fisica, per il dislivello, i pendii a tratti ripidi, la lunghezza e le caratteristiche dell’escursione (nel tratto di crinale di circa 3 km in molti punti non c’è sentiero e lo stesso è invaso dalla vegetazione e dalle rocce, rendendo difficoltoso il cammino).
Lunghezza percorso: 9,5 km circa.
Durata: 8 ore circa.
Punti di appoggio: Rifugio Fasanelli ad inizio escursione, Rifugio De Gasperi al termine dell’itinerario.
Soste programmate: Fontana di Ermite, Piano Marolo, Cozzo Ferriero, Coppola di Paola (sosta per il pranzo a sacco).
Sorgenti: Fontana nei pressi della partenza a Piano Pedarreto, Fontana di Ermite dopo 1,5 Km, Fontana di Marolo dopo 3 km, Fontana a Piano Ruggio nei pressi del Rifugio De Gasperi al termine dell’escursione. La presenza di alcune fonti perenni distribuite lungo l’itinerario, favorisce il rifornimento di acqua, ma è consigliabile (come sempre) avere la borraccia piena ad inizio escursione.
Cosa vedremo lungo il percorso: le faggete e gli altri alberi della foresta (tema principale dell’escursione) lo stagno di Piano Marolo, le fontane, i Pianori erbosi, la Coppola di Paola, i fenomeni carsici,  il Piano della Caballa, i Pini loricati di Timpone di Viggianello e Timpone della Capanna, il Piano di Ruggio.
Punti di interesse: la Serra di Mauro ed il Fosso di Mauro, il Piano Pedarreto, il Fosso Sambucoso, la Serra Ceradonna, la Timpa dell’Orso, il Piano di Ermite, la Montagna di Grasta, La Tavolara, il Piano Marolo, i Cozzi dell’Anticristo, il Cozzo Ferriero, la Coppola di Paola, il Piano della Caballa,  il Timpone di Viggianello, Il Timpone della Capanna, il Piano di Ruggio, il Monte Grattaculo, la Serra del Prete.
Consigli ed informazioni utili: il percorso si sviluppa in massima parte all’interno dei boschi ma data la stagione e la presenza di alcuni  tratti scoperti, è consigliabile avere con se un cappellino per ripararsi dal sole. Importanti anche la crema solare e lo stick per le labbra. Può essere utile un repellente per insetti.
Attrezzatura ed abbigliamento: scarponcini da trekking (obbligatori), pantaloni lunghi (da preferire a quelli corti) maglione o pile leggero, zaino da escursionismo, giacca impermeabile o antivento, occhiali da sole, bastoncini da trekking telescopici ed un minimo di ricambio da portare nello zaino (maglietta intima). Ghette in caso di fango.
Norme di comportamento: i partecipanti dovranno attenersi scrupolosamente alle direttive del responsabile, in merito all’andatura, alla posizione rispetto alla guida ed agli altri escursionisti, al percorso da seguire ed alle soste.   In particolare sarà richiesto il rispetto dei luoghi attraversati ( flora, fauna e dell’ambiente naturale in generale) lasciando meno tracce possibili del proprio passaggio (anche i rifiuti biodegradabili dovranno essere riportati a casa). Per questo sarà meglio evitare schiamazzi o grida fuori luogo. In caso di maltempo o per qualunque altro motivo, l’itinerario potrà essere variato o adattato alle sopravvenute esigenze. Nel breve tratto scoperto sotto la cima, è consigliabile dare una certa distanza da chi ci precede e da chi ci segue, per evitare il rotolio di pietre a causa dell’instabilità del versante.

Numero di partecipanti: massimo 25 persone.

Misure di protezione: il percorso che seguiremo, rientra nella Zona 1 del Parco nazionale del Pollino (istituito nel 1990) è inoltre compreso nel Sito d’importanza comunitario (S.I.C.) denominato “La Fagosa-Timpa dell’Orso” esteso per 6169 ettari, istituito in base alla Direttiva Europea “Habitat”  e facente parte della Rete Natura 2000.

Flora e Fauna: la vegetazione, è quella tipica della fascia montana, rappresentata da estese foreste di faggio della fascia superiore (tra le più importanti e ben conservate della Basilicata e del Pollino). La quota, l’orografia, l’esposizione e ragioni climatiche, favoriscono la presenza di lussureggianti faggete e rendono questo settore del parco, uno dei più densamente boscati, in particolare nella fascia più lontana dai centri abitati. Assieme al faggio, sono frequenti altre latifoglie tipiche della foresta appenninica: l’Acero montano, l’endemico e bellissimo Acero di Lobel, l’Acero d’Ungheria nella zone più calde ed aperte, il Sorbo montano e quello degli Uccellatori, il raro Olmo montano, il Maggiociondolo alpino nelle radure della faggeta, il Salicone ed il Salice bianco, lungo i fossi e le zone umide. Nel sottobosco, da citare in particolare la Stellina odorosa, la Sassifraga a foglie rotonde, nelle zone rocciose ed umide, la Belladonna e l’elegante  Campanula delle faggete, mentre per quanto riguarda le orchidee di bosco, da menzionare la Nido d’Uccello e le diverse specie di epipactis. Tra le conifere vi sono popolamenti residuali di Tasso ed Abete bianco, a testimonianza di una composizione vegetazionale passata, più diversificata; nei pianori erbosi e nelle zone aperte e rocciose della parte bassa, è presente il Ginepro comune, mentre quello emisferico vegeta sui ripidi pendii poco sotto la vetta della Coppola di Paola. Nelle zone sommitali citiamo la presenza di piante per lo più erbacee, tra cui spiccano la rara Meleagride minore, la Vulneraria montana, l’Eliantemo maggiore, il Senecio di Tenore, la Globularia appenninica, varie specie di viole e la Carlina Zolfina. Nelle radure in quota della faggeta, si segnalano alcune stazioni di Genziana maggiore (Coppola di Paola) presente in maniera più abbondante sui pascoli di Piano Ruggio assieme all’Asfodelo montano, mentre nelle zone aperte e rocciose, si segnalano densi popolamenti di Caprifoglio alpino. Sicuramente il motivo di maggiore interesse della giornata, saranno le foreste, e quello che ci colpirà maggiormente, sarà la struttura stessa del bosco, che sia pur danneggiata da inopportuni tagli a raso, può ancora testimoniare dell’antico splendore; in molte zone, infatti, la faggeta è d’aspetto quasi primitivo, con alberi di grande mole, ma anche con la presenza di numerose piante morte ma ancora in piedi o abbattute dalle intemperie, molto importanti per la loro funzione ecologica, in quanto veri e propri tesori di biodiversità e che dimostrano con la loro presenza, l’elevata naturalità dell’ecosistema forestale. La struttura della faggeta è in molte zone tipicamente disetanea (vale a dire composta da piante di diversa altezza ed età) e questa caratteristica fa si che sia adatta ad ospitare, non solo diverse specie della flora, ma anche una fauna importante, in particolare uccelli, come i picchi, con le presenza del grande e raro Picchio nero, legato alle foreste più estese e  mature di faggio o miste ad abete bianco e del timido ed elusivo Picchio rosso mezzano, specie legata alle foreste di latifoglie ancora naturali. Sempre tra gli uccelli ricordiamo la Balia dal collare, una specie migratrice, che nidifica nei boschi montani meglio conservati dell’Appennino centro-meridionale. Tra i mammiferi, la presenza di maggior importanza è quella del Lupo, ma anche dello splendido Scoiattolo meridionale, dal caratteristico mantello nero e dalla lunga e folta coda; non rara da vedere (anche in pieno giorno) è la Lepre, in particolare nelle radure della faggeta e sui pascoli altomontani; tra gli anfibi, importanti sono le presenze della Salamandra pezzata, della Salamandrina dagli occhiali (quest’ultimo endemismo italiano) e del Tritone crestato; tra gli anuri (gli anfibi senza coda) l’Ululone appenninico e la Rana italica; tra i rettili , infine, il Colubro liscio e la Testuggine d’acqua. Di estrema importanza la fauna degli insetti, con specie legate alla foresta montana ed indicatrici del buon grado di conservazione di questi ecosistemi, tra tutte citiamo innanzitutto la Rosalia alpina, un bellissimo coleottero cerambicide dal colore azzurro a macchie nere, e dotato, come tutti i rappresentanti di questa famiglia, di lunghissime antenne; la sua vita, sia come larva (2-3 anni nel legno morto) sia nella breve vita da adulto, è legata alla foresta naturale incontaminata (in particolare, dipende dai grandi faggi morti e con buona esposizione ai raggi solari) la si incontra allo stadio finale, proprio tra il mese di Luglio ed Agosto. Sempre tra i coleotteri, il Cucujus cinnaberinus, specie a distribuzione orientale e presente in poche località del Sud Italia; Gnorimus nobilis, altro coleottero, tipico delle radure ed indicatore di faggete ben conservate; tra le farfalle, invece, da segnalare un altro endemismo, Polyommatus galloi, presente anch’essa nelle radure delle faggete.

Geologia: in questa zona prevalgono le rocce calcaree e dolomitiche risalenti al Triassico ed al Giurassico (da 250 a 135 milioni di anni fa’) e data la natura geologica, sono presenti diversi fenomeni di origine carsica, grotte ed inghiottitoi (Timpa dell’Orso e Piano Ruggio) doline (Coppola di Paola, Cozzo Ferriero e Piano Ruggio). Alla base delle montagne sono presenti numerose ed importanti sorgenti, quasi tutte attive anche a fine estate. Il Piano Ruggio, invece, è uno dei più begli esempi di piano carsico di origine tettonica,  formatosi nel Pliocene per i fenomeni d’innalzamento ed abbassamento di alcune parti della crosta terrestre, successivamente è stato parzialmente ricoperto da detriti quaternari provenienti dai rilievi circostanti; anche qui sono presenti fenomeni legati al carsismo, in particolare inghiottitoi e piccole doline.
Descrizione escursione: la partenza è dalla località Piano Pedarreto, nei pressi del Rifugio Fasanelli (1368 mt. slm.) una grande radura prativa posta ai piedi dei ripidi versanti settentrionali di Coppola di Paola (distorsione del termine locale “Cupola”). Questo pianoro ed i boschi vicini, sono tra i protagonisti nel mese di giugno della festa dell’Abete, uno dei più importanti riti arborei della Basilicata, che celebra e simbolizza il matrimonio tra una pianta di faggio, prelevata dal Bosco Marolo in territorio di Rotonda ed una pianta di Abete bianco, trasportata dalle faggeto-abetine di Terranova di Pollino. Tra canti, balli, ed antichi riti, è una festa che sicuramente mantiene intatti i suoi valori ed i profondi significati originari. Seguiremo in discesa la rotabile per Rotonda, abbandonandola dopo poche centinaia di metri, a questo punto prenderemo a sinistra la strada forestale che supera in discesa il Fosso Sambucoso (1342 mt. slm.); qui sui versanti che scendono dalla Timpa dell’Orso, potremo già ammirare molti grandi faggi d’aspetto monumentale ( la leggenda narra dell’avvistamento di due orsi sulla sommità di questa parete rocciosa, mito a parte, il toponimo testimonia dell’antica presenza di questo plantigrado sul Pollino, almeno fino all’età medioevale). Dopo alcune centinaia di metri in leggera discesa, riprenderemo a salire raggiungendo la bella Fontana di Ermite o dell’Eremita (1302 mt. slm.) all’inizio del pianoro omonimo, qui la grande radura è punteggiata da Ginepri comuni e tutt’attorno la foresta di faggio domina in maniera suggestiva (da notare che  la fontana fino a pochi anni addietro, era ricavata in un bellissimo tronco di faggio, ora purtroppo sostituito da una vasca in cemento). Superata la sorgente, la strada salirà in maniera più decisa e, rientrando nel bosco, la pendenza diventerà notevole, fino ad arrivare al Passo della Tavolara (1458 mt. slm.); interessante quest’altra località, il cui nome sta ad indicare il luogo dove una volta si prelevavano gli alberi per ricavarne, appunto le tavole, per i più diversi scopi, sfruttando l’antico uso civico del bosco. Raggiunto il valico, inizieremo a scendere verso il Piano di Marolo (1432 mt. slm.) una radura boschiva utilizzata per il pascolo bovino e racchiusa nella faggeta (nel bosco ai piedi del pianoro c’è l’omonima fontana ed interessante è lo stagno  circondato da carici e giunchi in corrispondenza di una depressione, e nel quale in primavera c’è una bella fioritura di Ranuncolo acquatico). A questo punto abbandoneremo la strada forestale, per seguire un ripido sentiero appena accennato nella faggeta che s’inerpicherà sui versanti orientali dei Cozzi dell’Anticristo; una volta giunti al valico (1502 mt. slm.) e girando a sinistra, intraprenderemo la parte più impegnativa, ma anche più interessante del percorso, con una serie di saliscendi che ci condurranno dopo 2 km a Cozzo Ferriero (1805 mt. slm.) e dopo un altro chilometro circa alle due cime di Coppola di Paola (1919 e 1909 mt. slm.).  Lungo questo tratto selvaggio e quasi privo di sentiero, ammireremo la bellezza quasi primordiale delle faggete semi-naturali di questo angolo solitario e poco conosciuto del parco, dove ogni tanto si apriranno degli affacci panoramici sul versante calabro, con suggestive vedute sulla Piana di Campotenese, l’Orsomarso ed il Golfo di Sibari. Lungo il crinale, la copertura forestale sarà interrotta da piccole ma belle radure (alcune con doline) dove sono presenti grandi faggi abbattuti dal vento che non faranno altro che accentuare la bellezza primitiva dei luoghi che stiamo attraversando (Wilderness! Natura selvaggia!). Dopo un primo tratto di crinale interamente nel bosco, con due punti panoramici sulla Piana di Campotenese, ne seguirà un altro lungo il Cozzo Ferriero (composto da diverse cime più che da una vera e propria vetta) ed una volta arrivati al punto più alto, ci attenderà una ripida discesa verso una sella (1735 mt. slm.) e quindi il ripido sentiero nella bassa faggeta che ci condurrà verso i primi prati della Coppola di Paola e poi in vetta, tra rocce, ginepri e gli ultimi faggi.  Dalla sommità della montagna, potremo godere di un ampio panorama, tra i più belli del Pollino, con ben visibili quasi tutte le principali cime del settore centro-occidentale, assieme ad altre montagne del parco. Dalla vetta più bassa inizieremo a scendere in direzione del versante opposto rispetto a quello da cui siamo saliti, puntando verso una depressione in primavera occupata da un piccolo nevaio, quindi attraverseremo una serie di radure nelle quali si aprono alcune splendide doline dalla perfetta forma circolare; il sentiero correrà lungo il fondo di un’incisione e nell’ultimo tratto, rientrando nel bosco, se ne allontanerà, divenendo però maggiormente visibile e trasformandosi in un tracciato più comodo e percorribile, fino a immettersi sulla strada che proviene da Piano Ruggio, in corrispondenza del Colle del Dragone (1606 mt. slm.). Attraversata la rotabile, continueremo a perdere quota, ed uscendo dalla faggeta, giungeremo al Piano della Caballa, un piccolo pianoro ai piedi del Timpone di Viggianello e del Timpone della Capanna, nell’estremo lembo sud-ovest di Piano Ruggio e tutt’intorno i ripidi versanti dei due timponi, colonizzati da molti giovani e vigorosi pini loricati. Dopo aver superato alcuni piccoli fossi che confluiscono verso il fondo del pianoro, ci dirigeremo in salita verso la parte alta del Piano Ruggio vero e proprio, e di qui, seguendo la strada asfaltata, copriremo gli ultimi 500 metri che ci separano dal Rifugio De Gasperi (1535 mt. slm.) accompagnati dalla solennità delle cime circostanti (Serra del Prete, Monte Grattaculo, Timpone della Capanna, Timpone di Viggianello e la stessa Coppola di Paola).
Logistica: il percorso non è ad anello, per questo a Piano Ruggio saranno lasciate una o due autovetture che serviranno per recuperare le altre macchine rimaste a Piano Pedarreto; prima di iniziare l’escursione è consigliabile lasciare almeno una parte del ricambio in queste due auto, in modo da averlo subito a disposizione al termine della giornata e potersi cambiare.
Ritrovo a Piazza Matteotti alle 6.45, partenza alle ore 7.00 in punto. Per arrivare a Piano Pedarreto ci vogliono circa 2 ore e mezza (Km. 153 da Matera). Il percorso in auto da Matera è quello classico, percorsa la Fondo Valle del Sinni, usciremo allo svincolo per San Severino lucano, quindi direzione Piano di Ruggio e dopo 500 metri dal Rifugio De Gasperi, svoltare a destra in direzione di Rotonda. (Piano Pedarreto si trova a poco meno di 4 Km).

Responsabile:

  • Adriano Castelmezzano tel. 3289211689  oppure quello dell’Associazione 3899694312 e-mail:  a.castelmezzano@falconaumanni.it

NOTE: Per motivi di sicurezza non saranno ammessi all’escursione coloro che non possiedono l’attrezzatura minima indispensabile o che non saranno ritenuti in grado dagli organizzatori di parteciparvi. E’ obbligatoria la prenotazione direttamente con i responsabili dell’escursione, inoltre, vista la lunghezza del percorso in relazione alle ore di luce, non saranno tollerati ritardi sull’orario di partenza. Vivamente sconsigliata la partecipazione a chi soffre di vertigini.

Altre informazioni :
Contributo 5 euro per i non associati
Le prenotazioni potranno essere effettuate telefonicamente o per email entro il 5 luglio 2007

Le prenotazioni dopo tale data, saranno accolte con riserva.
Se le prenotazioni superano il numero di 25, si darà la precedenza ai soci dell’associazione e si terrà conto del giorno di prenotazione.•    Nel caso di maltempo, l’escursione potrà essere rinviata in altra data.
•    Per la particolarità del percorso, sono obbligatorie le scarpe da trekking
I partecipanti sono tenuti ad osservare le indicazioni fornite dai coordinatori e ad osservare il regolamento specificato di seguito.
La associazione ed i coordinatori sono esonerati da ogni responsabilità circa eventuali incidenti che potrebbero accadere durante lo svolgimento della escursione. Provvedere prima della partenza ad effettuare il rifornimento alla propria auto.

:: REGOLAMENTO ESCURSIONI ::

Il Direttivo ha approvato e predisposto il programma annuale delle escursioni individuando, tra i soci capaci e disponibili, i responsabili sezionali cui attribuire il compito di realizzare le singole attività.
Il programma riporta, per ciascun’escursione, il nome o i nomi dei relativi responsabili.
Il responsabile dell’escursione può non ammettere i partecipanti che a causa della scarsa preparazione, dell’inidoneo abbigliamento, dell’atteggiamento tenuto o di quant’altro, potrebbero influire negativamente sullo svolgimento dell’escursione.
Il responsabile dell’escursione può modificare il percorso di un’escursione programmata o di spostare o annullare la stessa a causa di sopravvenute necessità.
Il Direttivo può non ammettere nell’elenco i nominativi dei responsabili sezionali che nell’organizzazione di escursioni abbiano dimostrato scarsa attitudine e che non diano sufficienti garanzie, impedendo agli stessi di potersi proporre per nuove escursioni.
:: OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI ::
– Partecipare possibilmente alla riunione, quando prevista, per l’iscrizione all’escursione e versare la quota richiesta;
– Essere puntuali all’appuntamento;
– Essere fisicamente preparati ed in possesso di abbigliamento ed attrezzatura adeguati all’escursione;
– Attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dal responsabile non abbandonando il sentiero ed il gruppo se non preventivamente autorizzati e collaborando per la migliore riuscita dell’escursione;
– Prevedendo l’utilizzo della propria autovettura, presentarsi al raduno già riforniti di carburante.
– Essere a conoscenza del presente regolamento ed accettarlo