Giorgio Braschi, storica guida e “primo” fotografo del Pollino ha inviato questa sua testimonianza a seguito dell’incendio dell’ultimo Pino Loricato sul Pollino. Intanto è di questa settimana la notizia, passata nel silenzio, dell’incendio del “Fago Grosso” nella località omonima tra Piano Ruggio e Colle Impiso.
Riporto anche questa mia telefonata al 1515, di fine Agosto con quasi 40 gradi e vento. “Pronto? Mi chiamo Cosenza, mi trovo tra Forenza ed Acerenza in provincia di Potenza. C’è un campo di stoppie che brucia in prossimità di un bosco… fasce perimetrali di difesa? Non so se ci sono ma non credo che possano evitare che le faville raggiungano il bosco…” Il giorno dopo sui giornali conferma di un intervento antincedio in un bosco nel comune di Acerenza. La domanda che mi viene spontanea è “perchè permettono l’accesione delle stoppie in pieno agosto?”
E che dire di un piccolo incendio nel comune d Rotonda, con arrivo dei mezzi 2 ore dopo la segnalazione? Perchè quella notte in piena emergenza le autobotti non erano pronte ad intervenire? (video ). Quali sono le misure adottate per l’emergenza?
Di seguito al lettera di Giorgio Braschi
Cari amici,
vi invio queste foto che hanno fatto un lungo giro: quelle del pino bruciato sono state scattate da Gianluca Filpo, di Castrovillari, che con due amici si è incontrato domenica con la comitiva di un mio amico di Policoro, Damiano Pipino, l’autore della foto dell’incendio nella zona di Masseria Rovitti (per un utilizzo delle foto è corretto chiedere l’autorizzazione agli autori, che vanno comunque sempre citati).
Il gruppetto di Castrovillari è riuscito a spegnere il tronco di pino, quello di Policoro è riuscito ad avvisare la Forestale e a far intervenire i mezzi antincendio.
Se non fosse stato per la loro presenza sulla montagna, dal pino il fuoco si sarebbe propagato facilmente attraverso l’erba secca alla Serra delle Ciavole, mentre quello a Rovitti (considerato il vento e la secchezza degli alberi) probabilmente avrebbe incendiato tutta la Fagosa in poche ore.
Certo è deprimente rendersi conto che sul nostro Pollino ad accorgersi degli incendi e a segnalarli alle autorità competenti debbano essere in questo periodo gli appassionati che lo frequentano di domenica.
Il sabato precedente mi sono accorto di un incendio presso il bosco Vaccarizzo di Carbone; da casa (San Severino Lucano) era così visibile la colonna di fumo che ho pensato fosse superfluo avvisare la Forestale… il bosco è proprio di fronte all’abitato di Carbone.
Dopo un’ora esco di casa pensando di non vedere più fumo… la colonna si è invece fatta più alta, densa e diffusa.
Mi sembra inconcepibile che nessuno abbia ancora avvisato dell’incendio: chiamo il nostro Comando Stazione (che certo non ha la competenza territoriale su Carbone) e mi dicono che dalla parte bassa del paese non si vede niente (in effetti è così, dato che abito nella casa più in alto a San Severino, mentre la Caserma forestale è l’edificio più in basso), ma che provvedono subito a chiamare la Centrale Operativa a Potenza.
Pochi minuti dopo mi chiama la Centrale per avere la conferma di quello che vedo e dopo tre quarti d’ora circa, appena in tempo prima che calassero le ombre della sera, vediamo arrivare sulla zona un elicottero; prima del tramonto l’incendio è domato.
Morale della favola:
1 – è assurdo e persino ridicolo che il servizio di avvistamento incendi sia svolto con un rigido calendario burocratico, per cui se alla data del termine del servizio il pericolo d’incendi boschivi è ancora elevato, il servizio deve comunque cessare, senza possibilità di una proroga.
Ve l’immaginate? Le condizioni climatiche si devono adattare al calendario deciso dai burocrati, anziché essere il calendario ad adattarsi alle condizioni climatiche…. c’è di che rimanere perplessi.
2 – la Forestale è presente, si attiva con competenza e sollecitudine appena la si avvisa, ma l’organico è talmente esiguo da non consentire neppure il minimo di sorveglianza che sarebbe necessario nei festivi e in casi di emergenza incendi come in quei giorni (due Forestali per Stazione cosa possono fare?).
3 – è venuto meno persino quel minimo di spirito civico per cui un cittadino qualsiasi, vedendo un incendio, si prendeva il fastidio di telefonare alle autorità competenti… l’incendio del Bosco Vaccarizzo era visibilissimo non solo da tutto l’abitato di Carbone, ma anche da quello di Latronico, eppure sono passate ore prima che qualcuno (io, telefonando da 12 Km di distanza in linea d’aria) allertasse la Centrale.
Non so se sia stanchezza, menefreghismo, assuefazione, scoraggiamento, sfiducia nelle istituzioni o forse troppa fiducia, per cui i cittadini si aspettano che le istituzioni risolvano tutti i problemi per loro…
C’è di che meditare.