di Donato e Cosimo
Facciamo il punto della situazione del Falco Naumanni ad oggi (anno sociale 2008).
Di che cosa si occupa la vostra associazione?
Ci occupiamo di trekking. Organizziamo escursioni a piedi sul territorio, quasi tutte all’interno di parchi naturali o comunque di zone protette. Come lo facciamo: lo facciamo cercando di rispettare la Natura, percorrendo i sentieri esistenti, evitando di fare chiasso, evitando assolutamente di lasciare carte o altri oggetti. Si dice, infatti, che l’escursionista dovrebbe cercare di non lasciare traccia del suo passaggio. Cerchiamo, insomma, di fare escursioni con il minimo impatto possibile sulle aree protette.
Quando e dove vi incontrate?
Abbiamo una sede, piccola di 10 metri quadrati, ci vanno 20 sedie, in via Francesco D’Alessio 21, ci vediamo il martedì ed il venerdì dalle 20.00. Il martedì lo dedichiamo alla cultura ambientalista e altro, il venerdì parliamo delle escursioni. La sede è aperta a tutti, soci e non soci, abbiamo dei libri, riviste, cartine topografiche e tutto quello che può servire per organizzare una escursione o un viaggio nei parchi regionali o in Italia.
Come si organizza una escursione?
Le escursioni intanto sono stabilite alla fine dell’anno, quando si prepara il calendario per l’anno successivo. Chi, tra i soci, è in grado e ha voglia di organizzare un’escursione si propone, se ne discute insieme e si stabilisce la data. Il responsabile si documenta – ma solitamente chi propone già conosce i luoghi da percorrere – quindi effettua almeno un sopralluogo per verificare la fattibilità, le eventuali difficoltà e l’organizzazione nel dettaglio. Qualche giorno prima, solitamente una settimana prima, prepara una scheda tecnica, dove tra l’altro è indicato il grado di difficoltà dell’escursione e il numero massimo di partecipanti. La scheda viene inserita sul sito web dell’associazione e da quel momento i soci possono chiedere al responsabile di partecipare all’escursione, fino al venerdì precedente l’escursione o comunque fino alla concorrenza dei posti disponibili. Il venerdì c’è l’incontro in sede per illustrare nel dettaglio l’escursione, rispondere alle domande degli interessati, risolvere gli ultimi problemi, formare gli equipaggi ottimizzando al massimo il numero di auto e darsi appuntamento alla domenica.
Chi non è socio può partecipare all’escursione?
Sì, se c’è posto. Accettiamo chi non è iscritto dando però prima la precedenza ai soci. Cerchiamo però di spiegare a chi non è iscritto quali sono le difficoltà del percorso e chiediamo che abbia il minimo indispensabile per partecipare: un paio di scarpe da trekking, uno zaino, un minimo di preparazione fisica. Chiediamo ai non soci così come ai soci di rispettare il regolamento.
Quali sono le regole di chi partecipa ad un’escursione con il falco naumanni?
Sono indicate ogni volta sulla scheda dell’escursione, diffusa sul sito web e distribuita in formato cartaceo il giorno dell’escursione e cioè:
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essere puntuali all’appuntamento;
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essere preparati fisicamente e in possesso di abbigliamento ed attrezzatura adeguati;
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attenersi alle disposizioni del responsabile non abbandonando il sentiero e il gruppo se non dopo averlo segnalato e collaborando per la migliore riuscita dell’escursione.
Le escursioni sono alla portata di tutti o richiedono una particolare preparazione?
Proponiamo escursioni più facili, alla portata di tutti, ed escursioni più impegnative. La difficoltà è contrassegnata sulla scheda da un codice: E che sta per escursionistica: richiede un minimo di preparazione atletica; EE escursionistica esperti: richiede una migliore preparazione ed una certa confidenza con l’asperità dei sentieri; EEA escursionistica esperti con attrezzatura: è la più difficile e richiede anche l’impiego di attrezzature. T sta per turistica: una passeggiata.
Quali sono queste attrezzature?
Gli oggetti familiari al trekker sono: gli scarponi, lo zaino, una bottiglia d’acqua, il bastone o i bastoncini telescopici, l’abbigliamento a strati, le ghette, le ciaspole in tempo di neve, una cartina dettagliata del luogo, gli occhiali da sole, un berretto per il sole o un berretto di lana quando fa freddo, il gps, una cassetta di pronto soccorso, una lampadina tascabile, il binocolo, la macchina fotografica.
Che cosa vuol dire trekking?
Viene da una parola olandese che significa letteralmente andare su un carro trainato da buoi oppure andare sul solco lasciato da un carro trainato da buoi, che è un’espressione figurata per dire andare lentamente, a passo d’uomo.
Quando e come le fate le escursioni?
In ogni periodo dell’anno, si comincia a gennaio sulla neve, e si finisce a dicembre. Quando è possibile si organizzano nella stessa escursione percorsi diversificati in relazione al grado di difficoltà, si formano quindi due gruppi, che partono insieme, poi si dividono e alla fine si rincontrano. Durante le escursioni si procede a passo lento, si fanno delle soste, ci si aiuta nei punti più difficili (il guado di un torrente, un percorso più accidentato…), si socializza, ci si conosce….
Si parte sempre presto la mattina, si mangia al sacco e si torna la sera… stanchi ma appagati per la compagnia, il percorso, per essersi messi alla prova e avercela fatta.
Siete una onlus. In che cosa consiste il vostro volontariato?
Intanto facciamo volontariato nel senso che diffondiamo l’attività del trekking, lo spirito del trekking, senza chiedere alcun compenso in cambio. Se vogliamo dirla tutta, chi si propone per organizzare una escursione piuttosto ci rimette in termini di denaro. Perché gli vengono rimborsate solo le spese per il carburante per un solo sopralluogo. Bisogna aggiungere le spese per le telefonate, per le schede tecniche (carta, inchiostro, fotocopie), il tempo dedicato alla preparazione, ecc. Ma lo fa volentieri perché quello che lo anima in fondo è la passione. La passione per il trekking e la voglia di diffondere la conoscenza e il rispetto per la Natura.
Durante le nostre escursioni spesso raccogliamo i rifiuti che incontriamo, bottiglie e bicchieri di plastica o anche di vetro, ecc.
Il volontariato consiste però anche in attività come il progetto per la realizzazione di un sentiero sul Parcomurgia. Si tratta di un progetto del CSV – Centro Servizi per il Volontariato che stiamo realizzando insieme al CEA e ad altre quattro associazioni di volontariato (scout CNGEI, capofila, Amici del Parco della Murgia Materana, Fidas Basilicata, Unitre – Università delle Tre Età). Il progetto si chiama VIVI IL PARCO e proprio in questo mese è giunto alla sua fase operativa con la realizzazione dei cartelli da apporre per le informazioni e delle aule verdi per le attività didattiche e di incontro. In questi fine settimana, sabato e domenica, tutti sono invitati a partecipare come volontari per questo progetto, anche al di fuori delle associazioni che si sono impegnate, è una occasione per conoscersi e per socializzare. Basta contattare il CEA del Parcomurgia.
Che cosa significa fare trekking oltre che camminare?
Significa conoscere il territorio sotto ogni aspetto, paesaggistico, naturalistico e quindi: della flora, della fauna, della geologia, e culturale. Cerchiamo cioè di approfondire la conoscenza del territorio che frequentiamo e questo ci porta naturalmente ad avere un atteggiamento di amore e di rispetto nei confronti del territorio e della natura. Conoscere per amare, amare per proteggere.
Avete svolto delle iniziative per la tutela del territorio?
Sì, questa estate abbiamo promosso una raccolta di firme per chiedere alle istituzioni pubbliche, Regione, Provincia e Comune, di intervenire per risolvere l’inquinamento del torrente Iesce che porta l’acqua allo Iurio e poi alla Gravina. Più passano gli anni e più il torrente è inquinato come tutti possono facilmente constatare se vanno a vedere e a mettere il naso. Non è concepibile una cosa del genere considerato che è stato appositamente realizzato un impianto di depurazione, che evidentemente non funziona o funziona male, e soprattutto considerato che siamo all’interno di un’area protetta, il Parcomurgia, che proponiamo oltretutto anche ai forestieri e agli stranieri che visitano Matera.
Sono state raccolte oltre mille firme da parte di cittadini che ringraziamo. In questi giorni le recapiteremo alle istituzioni in indirizzo.
Dove siete stati quest’anno?
Siamo stati soprattutto nel parco per così dire principe della Basilicata, il Pollino, anche nella parte calabrese dell’Orsomarso, poi siamo stati al bosco Pantano di Policoro, alla difesa S. Biagio di Montescaglioso, lungo il torrente Inferno in territorio di Anzi e sul Vulture. Fuori dalla Basilicata siamo andati a Locorotondo, nel Cilento ed in estate abbiamo trascorso una settimana di vacanza insieme, tra passeggiate più o meno impegnative, sulle Alpi e per la precisione in Val Tures, in Alto Adige vicino Brunico.
Quali sono i progetti che avete in animo?
Per quanto concerne le escursioni, la nostra attività essenziale, stiamo preparando il calendario per il prossimo anno. Anche quest’anno contiamo di proporre all’incirca 24 escursioni, cioè due escursioni al mese, una domenica sì e una no.
Torniamo volentieri nei posti belli che già conosciamo, ma cerchiamo anche di visitare località nuove. Non posso dire niente al momento perché il programma non è stato ancora definito. Una sola cosa voglio anticipare ed è che abbiamo in animo di realizzare un trekking per così dire letterario, nel senso che vorremmo fare un trekking legato al “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Più non posso dire.
Possiamo però accennare all’iniziativa a breve scadenza di trekking urbano organizzata dal Comune di Matera con la collaborazione di diverse associazioni, tra cui noi, che si svolgerà la notte del 31 ottobre, ispirata ai misteri di Ognissanti. E’ una manifestazione a carattere nazionale, promossa dal Comune di Siena, che coinvolge diverse città e che è giunta quest’anno alla quinta edizione. Siamo stati invitati a partecipare e lo faremo accompagnando le persone lungo l’itinerario stabilito che si snoda attraverso angoli suggestivi e “misteriosi” dei Sassi.
Per quanto riguarda altre iniziative, collaterali al trekking, abbiamo deciso di partecipare a Pentangolo, l’iniziativa dell’Onyx che raccoglie le fotografie che ritraggono la Basilicata da cinque diverse angolazioni per il concerto del quintetto di Paolo Fresu a dicembre all’auditorium. Noi forniremo le fotografie scattate nei parchi della Basilicata.
Avete rapporti con altre associazioni di trekking?
Si. Solitamente stabiliamo dei contatti con associazioni di altri territori vicini per meglio organizzare le “trasferte” fuori dalla Basilicata. In genere facciamo uno scambio: loro ci ospitano nel loro territorio organizzando un trekking per noi, noi facciamo altrettanto nel nostro territorio, la Murgia o il Pollino in genere.
Si è ormai consolidata una collaborazione con l’Associazione Terrigenae di Altamura e abbiamo contatti con il CAI di Potenza. Recentemente siamo stati sul Vulture ospiti di un’associazione di trekking di Melfi. Abbiamo contatti con associazioni analoghe alla nostra del Cilento, di Foggia, di Taranto.
Giovedì 23 ottobre sarete ospiti della trasmissione Cucù di TRM. Avete sistemato una videocassetta per registrare la trasmissione?
Domani sapremo se ne avremo ricavato qualcosa.