Bestione silente in posizione fetale, avvinghiato nello splendore delle sinuose asperità.
Ti percorriamo con passo felpato per il rispetto che ti dobbiamo.
Controlli il nostro lento avanzare verso zone inesplorate e accuratamente celate.
Il crinale del tuo braccio riporta i segni di vita trascorsi, non lo nascondi, non te ne vergogni.
Per pudore non ti muovi, non fai rumore. Non ti neghi. Vorresti parlare, esprimerti, innamorarti, ma non puoi. Così, con saggezza millenaria, ci accogli pudicamente spalancandoci le porte dell’alta intimità.
Eustachio Colucci