2012

Costa la Rossa, Costa la Russa e Costa Cervitale

Pietrapertosa a mille metri di quota, la martellina serve per frenare, oggi s’inaugura il volo dell’angelo. Adriano racconta, Stephan conduce, infiorescenze pendule di cerro. Prima fontana, ophrys, cornetta di Valenza, cerambice, latte di gallina, anemoni, violette, primule, doronico, elleboro. Lasciamo la strada asfaltata per un sentiero che nasce a sinistra, dopo un cancello di ferro. Si entra nel bosco, il sottobosco di querce è ricco di vita e il sentiero è coperto di foglie secche della passata stagione. Si scende, punto panoramico sulla valle della Rossa, una cascatella, il maggiociondolo fiorito sotto la grande quercia quasi spoglia.

Bosco ceduo, timbro alla base del tronco della quercia da tagliare, castagni con foglie giovani. Tanti sentieri, come rivoli d’acqua, perdiamo il contatto con il resto del gruppo e sbagliamo sentiero. Guadiamo il torrente e vediamo gli altri giù, ancora a sinistra dell’acqua, incontriamo un pezzato che si avvicina curioso, scarta e s’allontana al galoppo, dev’essere giovane, usciamo dal recinto, saluto una coppia di indigeni che viaggiano su un autocarro. Raggiungiamo gli altri alla seconda fontana e riempio una bottiglia, cominciamo la lunga salita su un tratto asfaltato, poi sterrato, infine ciottolato sconnesso, orchide. Tulipano dei campi, pero selvatico in fiore, cani liberi abbaiano e ringhiano quando passiamo vicino a una fattoria. Erica arborea in fiore profuma la salita che si fa faticosa, non ce la faremo mai, pausa spuntino. Eustachio racconta una barzelletta creativa incalzata dalle domande di Gianni. Albero bruciato, cavo, ha fatto da camino ed è crollato, foto di gruppo, Alessandra fotografa il foro perfettamente rotondo praticato da un picchio. Alliaria comune, primi agrifogli, un’edera ha avvolto e soffocato un albero che è morto e crollato uccidendo l’edera, raggiungiamo la cresta, sul confine tra Potenza e Matera. La risata di un picchio, un campo di narcisi prossimi a sfiorire, pareti di arenaria erosi dal vento, pietra e pertusi, vacche podoliche dai dolci occhi scuri, una pozza d’acqua e di rane. Pausa pranzo, Eustachio e Donato caricano una pezza di pecorino comprata a dieci euro il chilo, il sole si fa sentire e cerco un po’ d’ombra, quasi tutti preferiscono una roccia panoramica e scoperta. Costa la Russa, in lontananza si vede Matera e dall’altra parte il Pollino, il Monte Alpi e il Sirino, si ritorna in territorio di Potenza. Stephan scende alla terza fontana a rifornire d’acqua Margherita, qualcuno preferisce la sterrata più comoda invece di continuare sulla cresta, scomoda e spettacolare, incontriamo il gregge di un vecchio pastore che non saluta. Costa Cervitale, Andrea con il suo bel sauro ci sconsiglia di proseguire sulla cresta, ma noi non l’ascoltiamo e troviamo le rocce più belle. I massi erratici non sono una definizione propria se non sono stati spinti da un ghiacciaio. Andrea ha cinquant’anni portati male. Dice che l’agricoltura è finita, che la pastorizia è finita. Se lui non si alza ogni mattina presto a condurre il gregge, nessun altro lo fa. Il figlio non vuole seguirlo.
Andrea chiede alla milanese accoccolata ad accarezzare un cucciolo di cane se vuole comprarlo. Adesso c’è una bellissima luce e un cielo con nuvole altrettanto bello per la fotografia, riempio a metà la bottiglia con l’acqua della quarta fontana che scende in un rivolo sottile.
Chiudiamo l’anello del percorso con una birra al bar di Pietrapertosa, pietra e pertusi. Non troviamo i nostri amici che avrebbero fatto il sentiero delle sette pietre, ce ne torniamo con le bomboniere di Peugeot.

Cosimo Buono (foto su FLICKR)