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Io vado in montagna per ascoltare

Io vado in montagna per ascoltare. E quando riesci ad ascoltare non distingui quello che orecchie e occhi ti raccontano. Lei ha sempre le risposte alle mie domande, perchè mi insegna la serenità nonostante tutto.

Percorrendo i sentieri alberati in autunno sento le loro spine dorsali accartocciarsi sotto i miei piedi e regalarmi una voce piena di intenti, una voce serena perchè già parla del ciclo delle cose. Lei è sempre lì, impassibile agli occhi di chi non sa sentire, che parla del tempo che cambia e del rinnovamento. Si sente percorrere nelle viscere del germe del Mondo, il germe della Vita. E racconta ed insegna a non essere fugaci. Parla ai suoi ospiti, alle foglie fatte ormai tappeto. Insegna loro la serenità del ritorno alla terra madre, ad esser parte del tutto. I colori unici delle loro vesti, mai più gli stessi, mai più le stesse. D’oro, d’avorio, d’ocra, rubino, sangue, vinaccio, terra di siena, bruciata.
E poi parla a quel torrente, là, in mezzo ai piani, e gli infonde coraggio, lo ospita, gli fa conoscere le sue intimità più preziose. E l’acqua accarezza le pietre, si mescola alla terra, lascia un po’ di se per i muschi più timidi. E impara dal cielo il suo colore e da lui si lascia tingere e trafugare. A volte il torrente ha una voce troppo timida per i nostri passi da viandanti, troppo esigui per il rumore dei battiti delle nostre vite. Ma se la senti ti penetra dentro, ti infonde, ti sconvolge e ti racconta una storia che non ha tempo ne spazio. A volte invece esprime maggior fragore, più luce.
Non sempre loro decidono di parlarci, eppure quel giorno l’hanno fatto, quando meno te lo aspetti. Sarebbero afoni senza l’apporto del vento, il loro maggior istigatore. E’ sempre affettuoso anche quando infuria con maggior foga. Le accarezza senza paura, perchè sa che il loro cambiamento fa parte della storia e non è un male. Tintinnano, tentennano, timidamente regalano il loro volto più profondo nel cadere verso il basso.
A volte quei sentieri nel bosco ti lasciano svanito, ti riportano all’essenza dello starci e il percorrerli ti regala una sensazione più compiuta, una boccata più piena. Io vado in montagna per ascoltare.

Giovanni Calia