ferrovie

Il treno di Falco Naumanni passa per Lagonegro

La Giornata delle Ferrovie Dimenticate è giunta alla sesta edizione e per il terzo anno consecutivo è Trekking Falco Naumanni che organizza l’evento in Basilicata.
Grazie all’impegno di Giusi Petrone e di Francesco Venezia, con la collaborazione di Angela, il percorso è stato approntato anche questa volta ed è lungo il tratto di ferrovia delle Calabro Lucane da Lagonegro verso il Lago Sirino.

All’arrivo al parcheggio della cittadina lucana, ci aspettano Luigi, Giuseppe e Aldo.
Luigi, originario di Anzi, è il “gancio” di Giusi, che ha poi contattato Giuseppe e Aldo dell’Associazione Ciclo Team Valnoce di Lagonegro. Sono loro che ci accompagneranno lungo questo itinerario “dimenticato”: Luigi e Giuseppe a piedi mentre Aldo guiderà il piccolo drappello di ciclisti.

Alla stazione di Lagonegro il secolo scorso si partiva con il treno delle ferrovie dello Stato diretti a Nord per Sicignano degli Alburni, oppure in direzione opposta, con le ferrovie Calabro-Lucane, a scartamento ridotto, per Spezzano Albanese. La linea che portava a Sud consentiva il collegamento con i paesi dell’entroterra del versante occidentale del massiccio del Pollino, portando i viaggiatori lungo pendii talvolta impegnativi – e infatti in alcuni tratti si avvaleva della cremagliera – oppure sospesi su altissimi ponti.

Il ponte dello studente.
Proprio uno di questi è tra le principali attrattive del percorso: appena lasciata la stazione il treno doveva superare la valle del torrente Serra, passando sul Ponte dello Studente.
È un ponte di ardita ingegneria, in cemento su basamenti di pietra. Si slancia leggero su sei arcate e percorre una distanza di 300 metri. Il suo nome è legato ai suicidi messi in atto da studenti in crisi. Fu costruito nel 1915, ma a causa dei lenti movimenti di faglia diventò instabile e dopo alcuni tentativi vani di porvi rimedio, si decise di abbandonare l’impresa chiudendolo definitivamente nel 1952.
La ferrovia continuò però a funzionare dalla successiva stazione di Rivello fino al 1978, quando fu sostituita definitivamente da autoservizi. Della ferrovia restano alcuni caselli in rovina ed una locomotiva che si può ancora ammirare nella stazione di Castrovillari.
Subito dopo il ponte, la via ferrata prosegue all’interno di una galleria oggi murata. Purtroppo, proprio a ridosso della galleria, una discarica abusiva di rifiuti deturpa l’ambiente.
Alle 12 in punto, mentre siamo ancora impegnati in salita, giunge dal paese il suono della sirena, che secondo tradizione scandisce il tempo dei lagonegresi. Usanza che fu abolita qualche anno fa, ma che una protesta popolare condotta dagli anziani ha ripristinato.
La vecchia stazione di Rivello guarda dall’alto il paese, a qualche chilometro di distanza. I fusti disordinati di ginestra chiudono quasi gli accessi rimasti incustoditi ai locali interni, ma è intatta la scritta “biglietteria”, stampata sulla finestrella rivolta ai viaggiatori.

I bucaneve.
La tossilaggine (Tussilago farafara) fiorita, che fa il paio al sole splendente in cielo, e l’elleboro (Helleborus faetidus) ci accompagnano lungo il sentiero. Ma nel punto più alto sono i bucaneve (Galanthus nivalis) a meravigliarmi con i loro capolini bianchi incurvati. Mi chino per sentirne il profumo, ma non mi sembra che odorino granché. E’ una pianta perenne bulbosa, tra le prime a fiorire alla fine dell’inverno. Per questo è detta anche “stella del mattino”. Una leggenda inglese narra che Eva, scacciata dal paradiso terrestre, vagava triste per la terra fredda quando incontrò un bucaneve, fatto sbocciare da un angelo, che le ridiede forza e speranza.
Aggiriamo la montagna innevata del Sirino e Giuseppe mi indica un puntino in alto, dov’è il santuario, collocato ad oltre 1900 metri di quota, che accoglierà la Madonna della Neve da giugno a Settembre.

Il lago di Nemoli.
A destra il sentiero guarda sempre alla valle del Noce e al Monte Coccovello. Luigi ci dice che nei giorni più nitidi si intravede anche il mare del Golfo di Policastro. Lo specchio d’acqua che scorgiamo, però, è quello del lago Sirino o di Nemoli, che ci appare ridente, con il sole che si riflette sulla sua superficie. In posizione panoramica, tra le montagne e la vegetazione, circondata a Sud da graziose casette, è alimentato da sorgenti che corrono sinuose tra gli ontani. Gli alberi si specchiano nella superficie dell’acqua che rallenta, raccogliendosi poi in una conca ovale piuttosto regolare, di circa 300 metri di lunghezza e 150 di larghezza.
Le sue chiare acque ne mostrano il fondo, che non supera i 15 metri. Giuseppe mi racconta che esiste un gorgo, ora segnato da un’asta bianca, che di tanto in tanto inghiotte le acque del lago, abbassandone il livello fin quasi a svuotarlo.
Ritroviamo Elio e Bruna, che hanno iniziato a fare il percorso inverso, in direzione Lagonegro, ma poi hanno sbagliato strada ed hanno preferito tornare indietro. Noialtri arriviamo in 27, con le nuove amiche di Filiano, Giusi e Angela.
10 chilometri all’andata, altrettanti al ritorno e siamo a Lagonegro, che si sono fatte ormai le 17, mentre il termometro segna una temperatura di 10 gradi. Ma non sentiamo freddo perché siamo ancora in movimento e per il primo sole dell’anno preso a piene mani.

Orologi da torre.
Pietro Canonico ci accoglie nella sua gloriosa fabbrica di orologi da torre. Un grande quadrante con le lancette luminose, che segna un’ora per la verità… poco canonica, disegnato sulla parete di un edificio moderno per civili abitazioni è l’unico segno della presenza della fabbrica, fondata nel 1879 dal capostipite Michelangelo.
E’ oggi l’unica ditta del Centro-Sud che costruisce orologi da torre, dopo essersi dovuta adeguare per restare al passo con i tempi. Dal sistema meccanico a carica manuale, infatti, ha seguito l’evoluzione tecnologica passando alla ricarica con impulso elettrico, agli orologi elettrici, fino a quelli elettronici odierni, comandati da un microprocessore.
Fabbrichiamo tutto noi, ci spiega con orgoglio l’ottuagenario signor Pietro, a parte le campane che ci arrivano così dalla fonderia. Il mercato va bene e consente alla fabbrica di impiegare sei operai, che si occupano anche della installazione degli orologi e della loro manutenzione.
La ditta Canonico, che ha clienti in tutta Europa, ha realizzato orologi storici, come quello del Palazzo Reale e del San Carlo a Napoli e quello della famosissima piazzetta di Capri. A Matera è suo l’orologio sull’edificio della Banca Popolare del Materano, con un quadrante dai colori cangianti. Altri orologi storici della fabbrica si possono ammirare nel museo dedicato, allestito a Rivello, di cui è originaria la famiglia Canonico.
Anche questa volta Trekking Falco Naumanni è stata puntuale al suo appuntamento con il treno delle emozioni.

Cosimo

Le foto dell’escursione: http://www.flickr.com/photos/cosimo61/sets/72157632936486966/