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PasParTu, camminare senza una meta

Hanno fatto tappa a Matera Riccardo Carnovalini e Anna Maria Rastello durante la loro marcia senza meta. Due materani, Anna e Rocco, li hanno ospitati per una notte ed hanno trovato qualcun altro che li ospitasse per la notte successiva ad Altamura.

Arrivati a Matera nel pomeriggio del 2 novembre dopo essere partiti la mattina da Gioia del Colle ed aver camminato per oltre trenta chilometri fra stradine e sentieri, si sono fermati al centro sociale “Le fucine dell’eco” nel Sasso Barisano per la cena e per spiegare il senso del loro viaggio a piedi.

Riccardo Carnovalini e Anna Rastello abitano in provincia di Torino, a nord della Val di Susa, quella della contestatissima Tav. Riccardo cammina e racconta il territorio con fotografie e parole da oltre trent’anni. Nel 1985 ha percorso, sempre a piedi, i circa quattromila chilometri di costa italiana. Anna, sin da giovane impegnata nel sociale, ha percorso il “cammino di Marcella”, da Sarzana (SP) a Lourdes, per conoscere e far conoscere come viene trattata la disabilità nelle varie realtà territoriali. Insieme hanno fondato Movimento Lento, un’associazione che promuove la pratica del viaggio a piedi come stile di vita.

Dopo Camminamare Basilicata, l’attraversamento della Basilicata cost to cost fatto nel 2011 sulla suggestione dell’omonimo film di Rocco Papaleo, hanno avviato un’altra iniziativa, PasParTu, la cui formula si basa sull’incontro e sull’ospitalità delle persone che vivono nel territorio attraversato, le quali aiutano i due camminatori anche indicando loro chi li ospiterà nella tappa successiva.

In altri termini, chi accetta di dare loro ospitalità deve anche impegnarsi a trovare l’ospitalità per il giorno dopo, in una località ricompresa nel raggio di 20-40 chilometri.

Così, tappa dopo tappa, per 49 giorni, sempreché ogni volta la coppia riesca a trovare l’ospitalità necessaria. 49 giorni perché 49 è multiplo di 7, che simbolicamente è il numero che significa completamento (sette sono i giorni della creazione e della settimana).

Riccardo e Anna partono da alcune convinzioni che vogliono dimostrare con questo cammino. Innanzitutto che quel che conta è il cammino in sé e non la meta. Infatti, la meta non la conoscono se non il giorno prima, per cui non possono pianificare a priori l’intero percorso, né parti dello stesso più lunghe di una tappa.

Poi la convinzione che a piedi si può andare ovunque. Ovviamente loro cercano percorsi diversi dalle strade principali, che sono fatte per le auto e non per i pedoni. Perciò si avvalgono della tecnologia internet e di una cartina stradale dettagliata 1:200.000 del T.C.I. Sul web si può seguire la loro avventura all’indirizzo http://www.facebook.com/paspartuRA.

Inoltre, non ci sono luoghi assolutamente brutti o assolutamente belli: ogni territorio ha i suoi aspetti pregevoli, interessanti, di fascino, così come ha anche brutture, semplici nei oppure veri e propri scempi arrecati dall’uomo. I depliant e le riviste di turismo presentano ogni luogo reclamizzato così come effettivamente non è: sono ritagliati solo gli aspetti belli, come se si trattasse dell’Eden. Il viaggiatore, a differenza del turista, vuole invece conoscere la realtà di un territorio, nel bene e nel male.

Così, Anna e Riccardo, sulla strada per Matera, hanno scoperto l’esistenza dell’unico lebbrosario d’Italia, a Gioia del Colle, e prima di entrare nei Sassi hanno incontrato il cementificio che per la produzione impiega un inceneritore di rifiuti.

Sono partiti da Melfi ventiquattro giorni fa, ogni giorno una tappa per un cammino che si è sviluppato soprattutto in Puglia ed ora gli restano da fare altre ventiquattro tappe, se tutto va bene. Ci vuole coraggio a camminare in questo modo: a scavalcare a volte recinti e cancelli e ad affidarsi a persone che non si conoscono. “Siamo apritori di varchi”, ripete Riccardo, alludendo anche alla speranza di fare breccia nel comportamento delle persone, troppo spesso distratte da una società consumistica che esige ritmi sempre più frenetici.

La loro intenzione è di ripetere PasParTu per quattro volte, una per ogni stagione, per dimostrare che ogni stagione è buona per camminare. Sono giunti alla loro terza stagione e se tutto andrà bene gli resterà poi soltanto la primavera per completare il programma.

Chi sono coloro che li hanno ospitati finora? Hanno incontrato di tutto: persone giovani e persone anziane, famiglie e singoli, comunità monastiche e comunità di recupero per tossicodipendenti, persone ricche e persone povere, persone di sinistra e berlusconiani convinti. Sono stati anche nella comune di Urupia a Francavilla Fontana.

Fanno un cammino sociale perché incontrano le persone che vivono su un territorio, senza ricorrere agli amici perché altrimenti sarebbe troppo facile. Fanno un cammino politico perché è un modo per affermare che un altro mondo è possibile, un mondo che rispetti il territorio, dove le persone possono incontrarsi nel segno della solidarietà e del piacere reciproco di conoscersi e di scambiare esperienze e idee. La loro intenzione è anche quella di costruire una rete di contatti tra le persone facendo da tramite perché possano mettersi utilmente in contatto tra loro. La speranza è che qualcun altro, conoscendoli e conoscendo l’iniziativa, possa decidere di mettersi come loro in cammino.

Riccardo e Anna sono anche cercatori di parole. Prima di ripartire, a chi li ospita chiedono una parola che possa servire al nostro mondo ed una spiegazione.

Io gli ho lasciato “verità”, perché credo che ne abbiamo bisogno come una luce che possa guidare i nostri passi verso le scelte giuste, in opposizione alla falsità e alla menzogna.

Buon cammino, amici!

Cosimo Buono