È il titolo di una celebre canzone dei partigiani italiani scritta dal comandante partigiano Felice Cascione , morto in una imboscata dei fascisti nell’inverno del 1944 .Titolo migliore penso non ci sia per raccontare della ciaspolata di TFN di domenica 9 febbraio nel parco del Pollino , la piacevole nevicata iniziale si è trasformata in una bufera con neve quasi ghiacciata, vento forte, e nebbia fittissima, una giornata particolare….da ricordare.
Il meteo ci aveva informati delle probabili nevicate e del possibile forte vento, sulla Sinnica verso S. Severino Lucano di primo mattino, era tutto sereno e quasi ci dispiaceva per la possibilità di trovare poca neve e soprattutto di non utilizzare le ciaspole.
Al colle Impiso parcheggiamo le auto, non fa molto freddo , si decide di scendere al Vaquarro e poi salire verso i Piani . Siamo in 25, molti per una escursione sulla neve, alcuni per la prima volta calzano le ciaspole, nel gruppo c’è una buona rappresentanza femminile, per Marta è la prima volta con TFN, per Michela e Imma è la prima volta con le ciaspole, Angela, Rossella e Rosa sono quasi delle veterane. Partiamo e in quindici minuti siamo al Vaquarro , lo spettacolo del torrente Frido che passa nella vallata ricoperta di neve è sempre bello a vedersi. Una breve sosta per sistemare al meglio le ciaspole, una controllata agli zaini, al vestiario, e poi via in una lunga fila indiana verso i piani del Pollino, intanto iniziano a scendere i primi fiocchi di neve. Il percorso è quasi tutto in salita, la neve adesso scende copiosamente, il vento comincia a farsi sentire, la temperatura , man mano che saliamo si abbassa sensibilmente.
Con una marcia lenta, e brevi soste, presso la sorgente Rummo si decide di continuare fino a Piano Toscano, ci arriveremo dopo la famigerata salita “spezza gambe” . Qui, siamo quasi a 1800 mt, ci attende la nebbia e il vento molto forte che ci sbatte la neve mista a ghiaccio in faccia. Non ci si può fermare, il tempo di fare la rituale foto di gruppo e si riparte verso il colle Gaudolino con l’obiettivo di raggiungere la baita in legno per una sosta lunga e consumare il pranzo al sacco . Il percorso nella faggeta è quasi piacevole, gli alberi ci proteggono dal vento, la neve continua a cadere, il silenzio è rotto dal “rumore” delle ciaspole che” graffiano” la neve e il ghiaccio. Sul colle Gaudolino siamo allo scoperto, c’è molta nebbia, si fa quasi fatica a rimanere in piedi, le raffiche di vento sono fortissime. Ci fermiamo per ricompattare il gruppo, la visibilità è quasi zero, non possiamo correre il rischio che qualcuno rimanga isolato. I pochi minuti di attesa sembrano eterni, in quelle condizioni estreme non è possibile fermarsi più di qualche minuto, … Proseguiamo, la baita non è lontana, nella nebbia si vedono delle sagome oscure ma sono alberi, qualcuno si chiede, scoraggiato, se riusciremo a trovarla. Eccola finalmente, la baita ci appare nella nebbia, gli ultimi metri li facciamo quasi di corsa. Rocco e Stephan che ci avevano preceduti ci annunciano che la baita è occupata da un altro gruppo di escursionisti, quasi tutti di Matera, un po’ di delusione , ma dopo pochi minuti, anche grazie alla sensibilità delle due guide di Viggianello, ci hanno lasciato la baita a nostra disposizione. Mai come in questa occasione abbiamo apprezzato il tepore del camino acceso e le nostre bevande calde , inoltre la buonissima pancetta arrosto e un po’ di vino che il gruppo precedente ci ha lasciato. Dopo la sosta siamo ripartiti, continua a nevicare , il vento è meno forte e la nebbia, per fortuna si è diradata. In meno di 1 ora siamo alle macchine. Siamo bagnati , infreddoliti, stanchi ma soddisfatti di avere trascorso una giornata molto speciale…..
Un grazie va ai coordinatori Enzo e Stephan che, coadiuvati da Adriano e Franco, hanno condotto il gruppo egregiamente. Un plauso va anche a tutti i partecipanti, in particolare alle donne, che anche nelle situazioni più difficili, si sono comportate con molta professionalità.
Donato 17 febbraio 2014