Succede così che anche oggi la partenza è stata all’alba per limitare il più possibile la calura estiva.
Davanti alla Chiesa Matrice di San Michele, Antonio si è accorto di aver dimenticato chissà dove il cappello. Troppo tardi per andarlo a cercare. Ma per fortuna Nicola B ne ha uno in più, e così entrambi gli equipaggiamenti si sono alleggeriti.
Gli zaini sono molto pesanti moltiplicando la fatica delle salite. Cosi Nunzio e Nicola M hanno chiesto alla gentile signora Mimma di tenere un po’ di ri a che verranno a riprendere un altro giorno.
Dopo essere discesi alla luce del primo mattino nel fosso di Sant’Antonio e risaliti sull’altro versante fino sulla strada che porta a Bernalda, dopo lo scampare di alcune podolica brucanti, abbiamo incontrato un gregge di capre nere, del Gargano per la precisione. Il giovane pastore ha acquietato i cani e scambiato due battute. E’ un ragazzo albanese molto disponibile che si è lasciato fotografare con noi.
Lasciata la via asfaltata dopo la masseria De Pascale a Lamalunga, abbiamo toccato i 450 mt di quota, il punto più alto di oggi, raggiungendo presto il panorama antropizzato della Val Basento. Oltre a Ferrandina e Pisticci vede amo in lontananza anche Craco e Stigliano; con stupore all’orizzonte si è profilato il riflesso poetico del mare.
Il poco verde ci ricorda la scarsa copertura arborea della provincia materana.
Dopo essere discesi tra fossi, argille brulle e macchia abbiamo raggiunto la pineta a Pino d’Aleppo dietro la masseria diroccata de “la Capriola”.
È stata la prima pausa, al riparo dal sole che cominciava a farsi sentire.
Arrivati sulla stradina che costeggia il Basento, abbiamo stemperato la calura all’ombra di un olmo in compagnia di Matteo che ci ha offerto un’anguria enorme quanto squisita dal suo campo. Come una benedizione divina ci è apparso il bar a Pisticci Scalo. Nella nostra oasi nel deserto ci siamo dissetati: un bicchiere di birra finendo di mangiare la focaccia sfornata stamattina da Antonio a Pomarico.
Obbligato il pediluvio alla fontana di Pozzitello e una lavata di testa letterale per combattere i 40 gradi di un sole davvero implacabile.
Ancor di più negli ultimi km di asfalto per raggiungere “Il Calanco”, dove ci siamo fermati oggi.
Lungo la strada si sono fermati a salutarci prima Antonino e poi Marisa ed Aldo.
Alle 13.55 abbiamo concluso il percorso di Cir a 22km in 7h e 50m.
Cosimo Buono