Domenica 19 Novembre 2016
Partenza ore 6,30 Piazza Matteotti.
Dopo un’alzataccia alle 5,10 del mattino domenicale con il gruppo “Falco” ci ritroviamo – dopo un lungo percorso in auto e la solita fermata ristoratrice al distributore sulla Sinnica – nel piazzale antistante il rifugio De Gasperi.
Siamo in tredici, gli appassionati che non mancano mai: il coordinatore De Niro, chiamato così per la sua forte rassomiglianza allo strepitoso attore, Donato Casamassima, Zio Giovanni, Cosimo Buono, ecc. Tutti hanno un sorriso cordiale da cui traspare il piacere e la voglia di incamminarsi.
Oggi il sentiero non presenta grosse difficoltà, ci sono appena 10 km con un dislivello di 450 metri. Indossiamo gli scarponi, mettiamo le ghette, e ognuno si equipaggia senza incertezze per il cammino.
E’ una fredda, ma non tanto, mattinata di novembre. C’è una leggera coltre di nebbia che offusca il debole sole. Passiamo davanti al rifugio per prendere un sentiero in leggera salita che si inerpica tra giovani faggi completamente spogli e che spiccano con il loro tronco chiaro tra il terreno completamente ricoperto di foglie rosse.
Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è di una poesia unica. Non pensavo potesse essere così incantevole il bosco d’inverno! Sarà quel velo silenzioso e sonnecchioso che lo circonda a dargli quell’aria quasi incantata?
Il freddo piano piano non lo avvertiamo più, anzi quell’aria frizzantina e leggera diventa fonte di benessere per il nostro corpo accaldato.
Incrociamo solo due cercatori di tartufi accompagnati da cani, alcuni dei quali ci corrono incontro, scodinzolando e saltandoci addosso festosi. Io mi ritraggo, non ho mai avuto molta simpatia per le esuberanze dei cani.
Passiamo davanti al rifugio Piano Ruggio che si presenta in una piccola radura con una costruzione a due piani ed infissi e porte sbarrate. Avrebbe bisogno di lavori di manutenzione, a terra ci sono tegole rotte cadute dal tetto.
Noi proseguiamo. Il bosco adesso si presenta con faggi dai tronchi possenti che con le cime sembrano toccare il cielo. Con i compagni di escursione decantiamo la bellezza del posto e lo immaginiamo d’estate quando gli alberi sono ricoperti di verdi fronde che riparano dal sole cocente del solleone. Prendiamo una ripida discesa e dopo appena pochi minuti scorgiamo in fondo una costruzione bassa colorata di giallo con il tipico tetto spiovente delle case di montagna. E’ il rifugio Fasanelli.
Lo spettacolo che si intravvede è incantevole. Sfodero, come tanti altri, il mio cellulare per immortalare il posto. Tra gli alberi spogli che sono in ombra si intravvede il rifugio illuminato dai raggi del sole in una distesa verde e con le alture del Pollino, leggermente spolverate di neve, che lo sovrastano alle spalle.
Dopo una piccola pausa mangereccia in questa distesa, di un verde lussureggiante, riprendiamo il sentiero, che adesso è tutto in salita. Vogliamo arrivare per l’ora del pranzo al rifugio De Gasperi per gustare qualche specialità del posto in buona compagnia e al calduccio.
Ansante per la salita, con il cuore che mi batte e l’aria fresca che mi colora le guance, provo una sensazione di immenso benessere e mi concedo qualche attimo di meditazione, che il posto e le circostanze generosi mi offrono: adesso ho compreso che cosa è che mi spinge a fare le alzatacce domenicali e a desiderare di essere in posti come questi!
E’ la loro visione, il calpestio sulle foglie o sul selciato, il chiacchiericcio allegro dei miei compagni che mi arrecano tanta emozione e subito dopo tanta energia. E se l’energia è la nostra anima, sento la mia finalmente dispiegarsi leggera e spensierata in questi immensi paesaggi.
Anche oggi come ogni volta che percorro un sentiero, specialmente di montagna, sono catturata e riportata inevitabilmente dentro per peregrinazioni intime.
La giornata trascorre in un battibaleno. Alle 17,30 circa, rientriamo sereni e un po’ affaticati a Matera, dopo esserci ritrovati allegri e loquaci attorno ad una buona tavola al caldo del rifugio De Gasperi .
Ringrazio tutti, in particolare i coordinatori, che si prodigano a che queste belle esperienze si ripetano nelle numerose giornate domenicali, e soprattutto l’ottimo Presidente Donato Casamassima che gentilmente mi ha invitata a scrivere due righe.
Alla prossima escursione.
Cari saluti
Maria Belfiore