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Giornata Nazionale Ferrovie Dimenticate

5 Marzo 2017

Coordinatori:


Orario di partenza: ore 6.15
Località di partenza: stazione Carbonaro di Morano (755 m di quota)
Località di fine tratta ex FCL: casello Ospedaletto di Campotenese (957 m di quota)
Località di arrivo : cima Monte Cappellazzo (1210 m di quota)
Orario di ritorno previsto: ore 20.30
Difficoltà: E ( escursionistico)
Lunghezza del percorso: circa 4.5 km ( fino al casello)+ 2.0 Km (dal casello al M. Cappellazzo)
Durata: 7/8 ore di cammino
Dislivello:  202m (fino al casello)+ 253 m (dal casello al M. Cappellazzo)
Tipo di percorso: in linea, su terreno con pietrisco
Sorgenti: quasi alla fine del percorso di andata, alla fontana dello Scannato alla base del Monte Cappellazzo , si consiglia di portare con sé almeno 1 litro d’acqua
Abbigliamento: obbligatorie le scarpe da trekking, lampada frontale ed eventualte caschetto per le  gallerie. Si consiglia abbigliamento adeguato alla stagione e alle condizioni climatiche, giacca a  vento e mantellina antipioggia, guanti e cappellino, bastoncini da trekking e ghette in caso di presenza di fango.

Numero massimo di partecipanti: 30  persone

Pranzo: a sacco all’interno del piccolo bivacco “Cappellazzo”

N.B.: il percorso è sconsigliato per chi soffre di vertigini poiché si attraverserà un viadotto senza barriere e per chi soffre di claustrofobia a causa dell’attraversamento di gallerie non illuminate, alcune mediamente lunghe.

 Descrizione del percorso

L’itinerario è prettamente escursionistico, non tanto per la lunghezza totale di circa 13 Km, ma a causa del fondo pietroso. Inoltre bisognerà superare tratti invasi dalla macchia mediterranea, soprattutto ginestre e percorrere gallerie buie, alcune mediamente lunghe e non messe in sicurezza. L’ultimo tratto, dal casello Ospedaletto alla cima del monte, sarà ancora un breve percorso in media salita tra le ginestre per raggiungere una strada e un sentiero comodo sino al termine. Il ritorno avverrà sullo stesso tracciato.

Programma di massima

  • Ore 9.00 arrivo a Morano Calabro

Spostamento in auto

  • Ore 9.15 arrivo in località Carbonaro, dove si lasceranno le auto per proseguire a piedi
  • Ore 12.15 arrivo al casello Ospedaletto dove termina la ex tratta FCL
  • Ore 12.45 arrivo alla Fontana dello Scannato
  • Ore 13.15 arrivo in cima al M. Cappellazzo e pausa pranzo
  • Ore 14.00 ripartenza
  • Ore 17.00 ritorno alle auto e risalita su di esse per raggiungere la parte alta di Morano per  la visita del centro storico e, se i tempi lo consentiranno, del Museo Naturalistico “il Nibbio”
  • Ore 18.00 ripartenza per Matera

Costi  previsti:

per i soci: € 1,00 (contributo associativo) + quota parte costo guida (dipendente dal numero dei partecipanti)+(eventualmente) € 3,00/4,00 (dipendente dal numero di partecipanti- costo ingresso Museo)

per i non soci: € 6,00 (contributo associativo) + € 3,00 (assicurazione giornaliera da versare durante la riunione organizzativa)+quota parte costo guida (dipendente dal numero dei partecipanti)+(eventualmente) € 3,00/4,00 (dipendente dal numero dei partecipanti-costo ingresso Museo)

Il costo complessivo della guida è di € 100, da dividere tra tutti i partecipanti.

Notizie utili:

  • La riunione pre- escursione si terrà venerdì 03 Marzo 2017  alle 19.45 presso la sede dell’associazione.
  • I partecipanti sono tenuti ad osservare strettamente le indicazioni dei coordinatori.
  • L’Associazione e i coordinatori non sono responsabili di eventuali infortuni e/o incidenti che dovessero occorrere ai partecipanti all’escursione, prima, durante e dopo la stessa.
  • In caso di maltempo, l’escursione potrà subire variazioni oppure essere rinviata ad altra data.
  • Il percorso potrebbe essere modificato dai coordinatori per sopravvenute esigenze organizzative.
  • Si ottimizzeranno al massimo gli equipaggi delle auto. Resta intesa la partecipazione alla spesa del carburante per chi non mette a disposizione la propria auto, secondo la prassi dell’associazione.

:: REGOLAMENTO ESCURSIONI ::

Il Direttivo ha approvato e predisposto il programma annuale delle escursioni individuando, tra i soci capaci e disponibili, i responsabili sezionali cui attribuire il compito di realizzare le singole attività.
Il programma riporta, per ciascuna escursione, il nome o i nomi dei relativi responsabili.
Il responsabile dell’escursione può non ammettere i partecipanti che a causa della scarsa preparazione, dell’inidoneo abbigliamento, dell’atteggiamento tenuto o di quant’altro, potrebbero influire negativamente sullo svolgimento dell’escursione.
Il responsabile dell’escursione può modificare il percorso di un’escursione programmata o di spostare o annullare la stessa a causa di sopravvenute necessità.
Il Direttivo può non ammettere nell’elenco i nominativi dei responsabili sezionali che nell’organizzazione di escursioni abbiano dimostrato scarsa attitudine e che non diano sufficienti garanzie, impedendo agli stessi di potersi proporre per nuove escursioni.

: OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI ::

– Partecipare alla riunione, quando prevista, per l’iscrizione all’escursione e versare la quota richiesta;
– Essere puntuali all’appuntamento;
– Essere fisicamente preparati ed in possesso di abbigliamento ed attrezzatura adeguati all’escursione;
– Attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dal responsabile non abbandonando il sentiero ed il gruppo se non preventivamente autorizzati e collaborando per la migliore riuscita dell’escursione;
– Prevedendo l’utilizzo della propria autovettura, presentarsi al raduno già riforniti di carburante.
– Conoscere il regolamento ed accettarlo.

 Cenni storici sulla Ferrovia Calabro-Lucana

In un contesto degno dei paesaggi mediterranei più belli oggi il trenino della Ferrovia Calabro Lucana avrebbe solcato due Parchi: quello del Pollino e quello della Val d’Agri-Lagonegrese, le locomotive avrebbero collegato tanti piccoli borghi delle valli calabresi e lucane.

Ma la storia è andata in senso inverso. Del tracciato dismesso dei binari, oggi rimane la traccia che piano piano viene cancellata dalla vegetazione che si riprende i suoi spazi tra asprezze morfologiche di territori unici, gallerie e ponti arditi, vere opere straordinarie diventate archeologia industriale.

Colpa di una politica scellerata che, oltre ad interrompere clamorosamente il servizio, permise uno smantellamento lento ma inesorabile, di tutte le strutture.

La ferrovia Lagonegro-Spezzano faceva parte di un più’ ampio progetto, che mirava a realizzare un collegamento su ferro in senso longitudinale fra le coste tirrenica e jonica, dal Napoletano alla piana di Sibari fra gli inizi degli anni ’20 e la fine degli anni ’70.

Progettualmente si decise per lo scartamento ridotto che risultava più conveniente per la costruzione, rispetto all’ordinario, impiegando meno materiale, ma anche perché il tracciato prevalentemente tortuoso non avrebbe consentito velocità commerciali superiori dai 15 ai 30 km/h.

Nel 1915 venne inaugurata una prima tratta, da Spezzano Albanese a Castrovillari, comprendente sezioni a cremagliera. Nel 1916 il servizio venne prolungato fino a Morano Calabro.

Dopo una grave crisi economica i lavori vennero ripresi solo nel 1929 con la realizzazione della tratta Lagonegro-Laino Bruzio (gli odierni Laino Castello e Laino Borgo un tempo unificati).

I lavori continuarono e nel 1931 si completò l’intero tracciato con l’apertura del tratto Laino-Morano completando di fatto il collegamento che unificava la Lucania e la Calabria.

La linea attraversava territori di orografia difficile per cui furono necessari accorgimenti progettuali a quel tempo importanti dal punto di vista dell’esecuzione, pertanto ponti, viadotti arditi e tortuosità artificiali, necessarie a mantenere le pendenze accettabili, portarono alla presenza di numerosi tornanti come quelli presso la “Dirupata” (IL TRATTO DEL PERCORSO CHE FAREMO NOI).

L’avvento della diffusione delle auto e la costruzione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria fecero perdere interesse all’utilizzo del trasporto passeggeri su rotaia.

Quello che risultava soddisfacente rimaneva il traffico merci vista anche la forte vocazione agricola e di sfruttamento boschivo dove il tracciato insisteva.

Purtroppo anche la natura stessa del territorio influì molto sulla storia della ferrovia. Le ingenti risorse per la manutenzione dei manufatti non potevano più essere sostenuti per cui cominciarono ad evidenziarsi i primi cedimenti alle volte delle gallerie e fenomeni di smottamento con conseguenti problemi di deformazione dei ponti. Ciò spinse l’amministrazione a cominciare a chiudere alcuni tratti dirottando i passeggeri verso i primi autobus di autoservizi sostitutivi.

La non conveniente idea di ristrutturazione collegata all’esiguità del numero dei passeggeri ed i continui problemi sul tracciato, convinsero l’amministrazione ad utilizzare definitivamente mezzi su gomma.

Agli inizi dei primi anni ’70 i cedimenti divennero insostenibili e quindi si decise per la definitiva interruzione del traffico anche sulla tratta Castrovillari–Spezzano Albanese. La ferrovia privata dei suoi naturali collegamenti con la rete nazionale, divenne un inutile moncone e sia il traffico passeggeri sia quello delle merci subì un notevole calo. Intanto alla stazione di Castrovillari si iniziava lo smantellamento dell’infrastruttura ferroviaria per far posto alla nuovissima Autostazione dei Pullman, come si può notare oggi. Ormai era chiaro che la tratta sopravvissuta quella che andava da Castrovillari al Bivio di Latronico risultava sempre meno capace di competere con il sistema stradale, soprattutto dopo la realizzazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’esercizio ferroviario si prolungò per qualche anno ancora e fu definitivamente soppresso nel giugno 1978. Agli inizi degli anni ottanta la ferrovia fu completamente dismessa e smantellata dei binari e delle traversine.