Domenica 24 giugno 2018
Parco del Cilento: Da Colle del Pero (Sanza-Rofrano)(h. m. 608) al monte Cervati (h. m.1898 m)
Coordinatori:
- Michele Colonna (Tel. 3297954639) mic.colonna@gmail.com.
- Andrea Franco (Tel. 3478905964) andrfra@libero.it
Difficoltà: E+ – L’escursione si svolge quasi interamente lungo comodi sentieri sterrati, tranne che nei tratti per raggiungere le cime. Non ci sono difficoltà tecniche, ma data la lunghezza del percorso e il dislivello, bisognerà valutare le proprie capacità fisiche.
Lunghezza del percorso: andata e ritorno circa Km. 18
Dislivello: circa 1.290 m. fino al Cervati
Orario partenza: ore 6,00
Località di partenza: Matera (p.zza Matteotti) – (auto proprie)
Inizio escursione: ore 9.00 circa
Durata escursione: ore 7/8 circa (soste comprese)
Arrivo: a Matera ore 20.00 /21.00 circa
Sorgenti: Lungo il percorso a circa 7 km dalla partenza
Abbigliamento: scarpe da trekking, bastoncini in base alle proprie abitudini, abbigliamento secondo le condizioni meteo; in ogni caso, munirsi di giacca a vento leggera, mantellina antipioggia, occhiali da sole, cappellino e crema protettiva in caso di giornata soleggiata.
Numero partecipanti: max 30, con precedenza per i soci. Le prenotazioni dei non soci saranno accettate solo in caso di posti liberi. La quota di partecipazione è di € 1 per i soci e di € 9 per i non soci. La partecipazione alla riunione pre-escursione è obbligatoria. E’ prevista anche una quota variabile in base al nr. dei partecipanti per la guida che ci accompagnera’ . Dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 € max
Descrizione del percorso
Dal bivio di Sanza/Rofrano proseguiremo in auto (no auto basse o sportive) fino a “Colle Del Pero” percorrendo 7 k su strada sterrata.
Da “Colle del Pero”, lasciate le auto, proseguiremo per 4 km su comoda strada sterrata poi, entreremo in una faggeta. Raggiunta l’area attrezzata di Vallivona, che sovrasta l’affondatoio, riprenderemo il sentiero che porta alla cappella dedicata alla Madonna Delle Nevi. Visitato il santuario ci recheremo alla grotta (se aperta) dove è custodita la statua della Madonna delle Nevi. Da lì, percorrendo circa 500 m. procederemo alla vetta del Monte Cervati 1898 h, la vetta più alta della Campania.
Dopo la pausa pranzo riprenderemo un comodo sterrato e percorrendo un canalone, andremo ad abbracciare ed ammirare un maestoso abete bianco dell’età di circa 500 anni. Lasciato l’abete giungeremo sopra l’affondatoio di Vallivona quindi, attraversando una bellissima faggeta, raggiungeremo le macchine.
Notizie utili: il primo tratto di strada che porta al santuario da percorrere in auto, di circa 7 km, è uno sterrato in cattive condizioni quindi sono da escludere automobili sportive o “basse.
La riunione pre-escursione si terrà Venerdi’ 15 giugno alle 20,00 presso la sede dell’associazione.
Le prenotazioni all’escursione potranno essere effettuate telefonicamente o via e-mail, tassativamente entro la stessa data ai coordinatori o direttamente in sede, si darà la precedenza ai soci.
Per i soci è previsto il contributo liberale di 1 euro, per i non soci il contributo è di 6 € a cui aggiungere € 3 per l’assicurazione da versare il venerdì in sede, contestualmente alla firma della liberatoria di responsabilità.E’ prevista anche una quota variabile in base ail nr. Dei partecipanti per la guida che ci accompagnera’ . Dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 € max.
- L’Associazione e i coordinatori non sono responsabili di eventuali infortuni e/o incidenti che dovessero occorrere ai partecipanti all’escursione, prima, durante e dopo la stessa.
- In caso di maltempo, l’escursione potrà subire variazioni oppure essere rinviata ad altra data.
- Il percorso potrebbe essere modificato dai coordinatori per sopravvenute esigenze organizzative.
- Si ottimizzeranno al massimo gli equipaggi delle auto. Resta intesa la partecipazione alla spesa del carburante per chi non mette a disposizione la propria auto, secondo la prassi dell’associazione.
:: REGOLAMENTO ESCURSIONI ::
Il Direttivo ha approvato e predisposto il programma annuale delle escursioni individuando, tra i soci capaci e disponibili, i responsabili sezionali cui attribuire il compito di realizzare le singole attività.
Il programma riporta, per ciascuna escursione, il nome o i nomi dei relativi responsabili.
Il responsabile dell’escursione può non ammettere i partecipanti che a causa della scarsa preparazione, dell’inidoneo abbigliamento, dell’atteggiamento tenuto o di quant’altro, potrebbero influire negativamente sullo svolgimento dell’escursione.
Il responsabile dell’escursione può modificare il percorso di un’escursione programmata o di spostare o annullare la stessa a causa di sopravvenute necessità.
Il Direttivo può non ammettere nell’elenco i nominativi dei responsabili sezionali che nell’organizzazione di escursioni abbiano dimostrato scarsa attitudine e che non diano sufficienti garanzie, impedendo agli stessi di potersi proporre per nuove escursioni.
OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI:
- Rispettare al massimo il luogo che ci ospita, lasciando al minimo le tracce del proprio passaggio ed evitando raccolte non autorizzate.
- Partecipare alla riunione, quando prevista, per l’iscrizione all’escursione e versare la quota richiesta.
- Essere puntuali all’appuntamento.
- Essere fisicamente preparati ed in possesso di abbigliamento ed attrezzatura adeguati all’escursione.
- Attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dal responsabile non abbandonando il sentiero ed il gruppo se non preventivamente autorizzati e collaborando per la migliore riuscita dell’escursione.
- Prevedendo l’utilizzo della propria autovettura, presentarsi al raduno già riforniti di carburante.
- Conoscere il regolamento ed accettarlo.
Alcune curiosità:
Sul monte Cervati troviamo il santuario dedicato alla Madonna delle Nevi il cui culto si rifà, nella notte dei secoli, a questa leggenda che qui vi riporto:
La leggenda della Madonna della Neve
Il monte Cervati, per lungo tempo, rimase selvaggio ed inesplorato, regno di lupi, cinghiali, aquile, sparvieri, gufi e civette, oltre che di altri animali più innocui e meno spaventevoli: i piagginesi, impauriti, si tenevano lontani, non osando avventurarsi a quelle altezze.
Un giorno un cacciatore, spinto dalla curiosità, cominciò la scalata tra faggi, cerri, abeti, carpini, lecci, frassini, larici ed olmi, incontrando qualche faina, lepre, cervo oppure qualche martora o beccaccia, qualche pernice o qualche merlo, ma niente lupi. In quel Paradiso terrestre non pensò neppure una volta di sparare. Lì dove la montagna è più alta, a strapiombo, si sedette su di un masso e si mise ad ammirare il paesaggio intorno: boschi fitti, montagne, paesi attaccati alle colline, in basso un pianoro verde con le pecore brucanti, lontano il mare. Una colombella venne a tubare su un ramo di ontano che gli pendeva sulla testa. Cercò di spaventarla, ma quella continuò; imbracciò allora il fucile e si alzò. La colombella, volando di ramo in ramo, allegramente lo gabbava. Alla fine sparì tra i rovi. Arrabbiato, per aver visto mortificato il suo spirito venatorio, cominciò a tagliare i rovi col suo coltello. All’improvviso si fermò davanti alla stretta imboccatura di una grotta. Vi spiò dentro: cosa vide? La statua di una Madonna che lo guardava insieme alla colombella, che era ai suoi piedi. Un brivido gli passò per la schiena. Gli sembrò un miracolo. Cadde in ginocchio e pregò. Ritornato in paese, raccontò ai compaesani la sua avventura. Da allora il Monte Cervati fu frequentato dai pellegrini, che non hanno mai interrotto il culto per la Madonna della Neve.
Dal sito Lamontagnadelcilento.it
Tutt’altra storia, leggermente ma meravigliosamente più paurosa avvolge il Monte Cervati (o Cervato) popolato da streghe.
Con i suoi 1898 metri s.l.m. è la cima più alta del Cilento, perennemente coperta di neve, è stata per secoli una riserva naturale di ghiaccio utilizzato per usi sia domestici che medici. Una vecchia leggenda, narra che molto probabilmente sotto all’ultimo strato di ghiaccio della nevara, si trovi ancora la primissima neve caduta ai tempi della creazione.
Sul Monte Cervati vivono le janare, streghe dal volto umano ma con ali di avvoltoio ed artigli posti alle estremità di mani e piedi. La loro voce si confonde con i tuoni durante le tempeste.
A capo di questo esercito di streghe c’è un’arci janara, una strega che non è solo serva delle forze del male, ma anche la figlia, nata dal rapporto tra una strega ed il diavolo stesso. L’arci janara, narra la leggenda, sono nate sulle sponde del fiume Sabato, presso Benevento, ed hanno dei poteri superiori rispetto a tutte le altre janare “comuni”.
Durante la notte di San Giovanni le janare celebravano il sabba riunendosi sul monte: questo, secondo testimonianze popolari dell’epoca si trasformava in una vera e propria palla di fuoco. In realtà l’effetto era dovuto ai numerosi fuochi rituali che in quasi tutta Italia venivano accesi durante la notte del 24 giugno per celebrare antichi culti campestri. Ma nel misterioso Cilento non potevano mancare i lupi mannari.
Un vecchio proverbio, infatti, recita: Chi nasci la notte ‘re Natale nasci maleritto: si è màsculo, addivènta lupo mannaro; si è femmena, addiventa janara pe’ ttutta la vita. (Chi nasce la notte di Natale nasce maledetto: se è maschio diventa un lupo mannaro; se è femmina diventa una janara per tutta la vita)
Pare, infatti, che tutte le bambine nate alla mezzanotte in punto del 25 dicembre, conducano una doppia vita. Hanno il potere di trasformarsi in janare.
In queste sembianze, la notte, si intrufolano nelle camere dei bambini ancora in fasce per nutrirsene affondando i loro lunghi canini nei corpicini ai quali hanno prima barbaramente staccato i quattro arti. Questa pratica crudele può essere evitata solo qualora le janare decidano di rapire i bambini per farne i loro servi “ngufenandoli”: i bambini vengono posti sotto un contenitore di vimini su cui vengono appoggiati dei pesi per far si che li schiaccino facendoli rimanere nani.
Gli unici bambini che possono salvarsi sono quelli nati a gennaio (mese della manifestazione divina): da essi le janare sono costrette a stare alla larga, in quanto esseri di puro bene. E’ per questo che, in tempi passati, alcune mamme mettevano a dormire, nelle stanze dei neonati, bambini nati durante il primo mese dell’anno.
A Cicerale si dice che coloro nati durante la notte di Natale siano anche provvisti di una piccola coda. Una leggenda locale narra la storia di due bambine che, al ritorno da scuola, decisero di seguire senza esser viste un uomo del paese sul quel circolavano strane voci. Ebbene, una volta giunto in aperta campagna, videro l’uomo chinarsi su se stesso e trasformarsi in un animale peloso dalle lunghe zanne. Ovviamente scapparono via impaurite. Sempre a Cicerale sono molti gli anziani che giurano di avere conosciuto bambine con una codina simile a quella di un maialino e uomini con delle vere e proprie code “in miniatura”