Cronaca di una immersione…

Ringrazio Donato ,Cosimo e zio Giovanni per aver dato la possibilità a me ed a mio figlio di partecipare all’escursione sulla neve di domenica 17 gennaio. Abbiamo trascorso una giornata molto bella e vorrei partecipare a tutti voi la gioia di una esperienza direi molto ……..sofferta. Ero partito con l’idea di partecipare all’escursione “soft” perché non volevo stancarmi molto in vista del lavoro che mi avrebbe atteso nei giorni seguenti; ma un po’ le assicurazioni di Stephan, un po’ il convincimento di Pino ed un po’ la decisione di mio figlio di andare con gli “hard”, mi hanno fatto optare per il gruppo dei 22.

Dopo la partenza leggermente in anticipo rispetto al calendario prefissato,la neve si faceva sempre più alta e di conseguenza aumentava anche la fatica,era il caso di continuare?o era meglio tornare indietro?La bellezza che ci avvolgeva,il silenzio,le tracce di animali immacolate nella neve e l’aria relativamente mite per una giornata invernale,mi invitava,anzi mi obbligava ad andare avanti,tanto prima o poi sarebbe arrivata la discesa!Dopo circa due ore di cammino siamo arrivati alla “Rueping”, o meglio al tracciato che un giorno molto lontano ospitava la ferrovia (sarebbe interessante conoscere la sua storia,per quanto tempo avrà funzionato?),tutti pensavamo che avremmo cominciato la discesa,così come da programma,ma…..dopo un breve consulto con tutti noi, Stephan decideva di fare una deviazione al tracciato:eravamo in anticipo sulla tabella di marcia! e potevamo permetterci il lusso di bearci ancora un po’di quello scenario fiabesco.Tutto ad un tratto però come spesso accade in montagna,la calma totale lasciava lo spazio ad un vento fastidioso che ci faceva presto dimenticare la primavera ancora lontana e ci costringeva ad indossare piumini e giacconi;persino Eustachio A. fino ad allora molto sportivamente in magliettina mezze maniche indossava una felpa con su scritto “I love Venezia”(non vi sto a raccontare la storia di quella felpa perché risaputa ai più);mi chiedevo se Eustachio amasse anche la montagna come la sua felpa. Ormai era ora di ritornare,quindi da quota 1730 cominciavamo la nostra discesa,senza trascurare comunque di affacciarci al balcone su Pietra Castello;lo spettacolo che si presentava ai nostri occhi era di estrema bellezza,anche se il vento forte non ci permetteva di meditare per molto tempo sul posto. Riprendiamo a scendere e dopo una discesa molto ripida affrontata scivolando sulla schiena arrivavamo alla “baracca blu”,naturalmente chiusa. La fame cominciava a farsi sentire, nonostante l’uvetta offertaci con molto spirito di condivisione da Eustachio ed il tentativo di alcuni di fermarsi per mangiare un panino falliva sotto il perentorio ammonimento di Stephan:”mangiamo al Duglia con gli altri (Soft)”.La discesa ci riservava sicuramente più sorprese dell’andata ,infatti poco oltre ci immettevamo nello bellissimo spettacolo del lago Fondo ghiacciato. Il nostro Eustachio,nonostante la felpa “I love Venezia”ci dimostrava invece ancora una volta il suo amore per la montagna ;era talmente affascinato dal lago ghiacciato che voleva subito attraversarlo,purtroppo il tentativo è morto sul nascere perché dopo un primo passo, il ghiaccio vista la temperatura elevata, dava evidenti segni di cedimento,qualcuno invece è rimasto con il sospetto che a farlo desistere sia stato Stephan con il suo avvertimento:”se vai a fondo ti raccolgo solo in Primavera con ……il disgelo!”.Finalmente alle 14,30 arrivavamo al lago Duglia(lago di nome ma non di fatto) dove in attesa del gruppo “Soft” ci riscaldavamo al tepore di un fuoco che contribuiva anche a rilassarci da una fatica ampiamente ripagata dalla gioia incommensurabile di qualche ora vissuta in simbiosi con una natura ancora incontaminata,la stessa gioia che accomunava i bimbi festosi del gruppo”Soft”,ormai unitosi a noi, a tutti i componenti del gruppo senza distinzione di età. Era ora di ripartire senza però rinunciare al the caldo preparato da Nicola (mio figlio)con la sua spiritiera molto artigianale.
 
Antonio Di Marzio