Guest star in trek

Avete presente come vengono accolte le star di Hollywood quando scendono dalle auto la notte degli Oscar? Fotografi, tappeti rossi, calore dei fans. Bhe è così che siamo stati accolti noi, gli 8 del Faghitello, arrivati alla Locanda del Pellegrino del Santuario della Madonna del Pettoruto. I fotografi li avevamo, anche se non “armati”, l’accoglienza molto calorosa anche, mancava solo il tappeto rosso!
Giuseppe, il gestore della Locanda, ci viene incontro per stringerci la mano. Ci fa salutare al microfono dal ragazzo che poi ci allieterà la serata con un po’ di musica. Ci serve un aperitivo di benvenuto. Insomma come delle GUEST STAR! Così comincia il nostro fine settimana a San Sosti.

Lasciamo le auto e subito cominciamo ad esplorare i dintorni. Il Santuario, in ristrutturazione, con la statua della Madonna del Pettoruto, una passeggiata lungo il Torrente Rosa. Il percorso somiglia molto a quello del fiume Argentino, peccato che sia così trascurato. Durante il ritorno alla locanda abbiamo un assaggio di salita e caldo e qualcuno esclama “MA L’ESCURSIONE NON ERA DOMANI!!!!”.
Rientrati ci accompagnano nelle nostre camere. Quella della coppia e quella per il resto della ciurma. Io curiosa come tutte le donne, vado a sbirciare la loro sistemazione. E’ un’unica camera con i letti tutti allineati. Adriano dice “come la camera dei sette nani!”, si ferma, mi guarda, “ci siamo anche con il numero! BIANCANEVE E I SETTE NANI!!” E giù tutti a ridere. Paragone simpaticissimo che ci accompagnerà fino a casa.
In attesa della cena, rompini chiediamo di mangiare fuori, l’aperitivo è una sfida a biliardino con Nicola, che perdo miseramente nonostante Rocco sia venuto in mio aiuto. Quella invece tra Rocco e Giovanni VS Franco e Stephan finisce in un equilibrato pareggio.
La cena è ottima e abbondantissima, Giuseppe e la moglie ce la mettono tutta per rimpinzarci e più di una volta siamo costretti a fermarli con la frase “basta altrimenti domani non si cammina!”
Tra una portata e l’altra promuoviamo sul campo Rocco che passa da “Rocco con la barba” al più consono alla situazione “brontolo”.
Fine settimana di sfide …
Massimo De Palo ha portato un po’ di pane di sua produzione che viene distribuito anche agli altri avventori. Molti fanno domande sugli ingredienti usati, si fanno paragoni con il pane locale.
Bhe direi 1 a 0 per Matera!
Stephan ha portato i suoi peperoncini, ma qui il guanto della sfida non è stato raccolto e mai sapremo come sarebbe andata a finire! N.D.
A mezzanotte ancora si suona la fisarmonica e io alla chetichella me la svigno sussurrando “buonanotte” nell’orecchio dei miei amici. Peccato! Saprò dopo che durante la passeggiata digestiva hanno visto le lucciole.
La mattina colazione presto, salutiamo Giuseppe e la moglie e partiamo per la località di inizio dell’escursione.
In paese SORPRESA! Due faine attraversano la strada.
Bene, i presupposti sono buoni! Durante il tratto in macchina possiamo notare come la morfologia del paesaggio sia diversa dal nostro versante del parco del Pollino. Pareti verticali, dislivelli significativi, del resto Orsomarso è sinonimo di selvaggio. Operativi in pochi minuti ci incamminiamo, lo sterrato dura poche centinaia di metri e si comincia subito a salire. Il percorso è a “piede libero” come dico io, ovvero senza sentiero segnato, per aiutarci seguiamo i segni che Stephan e Adriano hanno disseminato durante i sopralluoghi. Infatti basta una piccola distrazione e ci concediamo un bel fuoripista. L’aria è afosa. Chiedo a Franco che temperatura abbiamo. Sono solo 22° ma l’umidità è terribile. Siamo al coperto, ma all’interno di una canale e la presenza di acqua fa aumentare l’umidità e la temperatura percepita. Non è per niente facile camminare in queste condizioni. Il dislivello (700/800m) è significativo ma decisamente non eccessivo, ma tutti fatichiamo e sudiamo in maniera copiosa. Stephan bagna il cappello per avere un po’ di refrigerio, Franco strizza la bandana che ha sulla fronte e sembra che anche lui l’abbia immersa nell’acqua del torrente.
In questo momento di grande sofferenza generale … c’è chi si raccomanda alla Madonna del Pettoruto e chi invoca San Rocco. Chi fa domande di qualsiasi genere per rallentare l’andatura e chi dice “ma non potevamo andare al mare?”. Io penso “acciderbolina” e qualcuno si fa sfuggire un più sanguigno “fuck off Faghitello!”. Poco prima della vetta siamo assaliti da un fortissimo odore di putrefazione che ci riempie le narici e spezza il fiato. Arrivare allo scoperto è una gioia. Bello il paesaggio, belli i Loricati, bello il venticello! E’ strano vedere i Loricati a questa altezza, siamo solo a 1400m. Probabilmente sono gli unici così tenaci da riuscire a crescere su questa cima così poco ospitale. Infatti concordiamo tutti che il Faghitello è “scomodo” e fatichiamo a trovare un fazzoletto di terra ombreggiata dove mangiare. Massimo oltre al pane ha insistito… quanto è bravo quel figlio!… per portarci un pezzo di focaccia e un panino. Non riesco a trattenermi dal dire “è bello avere un De Palo in escursione!”.
Nonostante però la cima non sia comoda, c’è chi riesce anche a schiacciare un rumoroso pisolino.
E’ ora di scendere e l’idea di ritornare nel canale non è proprio piacevole. Stephan e Adriano ci indicano il bivio del sentiero che avrebbe dovuto portare il gruppo sulla ormai mitica Montea. Se penso che l’escursione di oggi è solo l’avvicinamento alla cima e che mancano ancora 500m di dislivello…
La strada del ritorno è tranquilla. Io prendo uno scivolone modello comiche e mi scortico un dito, ma a quanto pare è una costante delle ultime uscite portarsi a casa un ricordino. Manifestiamo tutti la voglia di fermarci per prendere un po’ di fiato e refrigerio dall’acqua. E se mai ce ne fosse stato bisogno per rendere lodevole la giornata … in una pozza notiamo delle salamandre. Bellissime, nere a chiazze gialle e di colore scuro uniforme (dimorfismo sessuale mi spiegheranno), non le avevo mai viste. Mentre vengono scattate decine di foto, Adriano (che penso ribattezzerò l’uomo dei serpenti!) nota una piccola biscia dal collare che riesce a prendere. DILUSSISSIMISSIMO! ORA POSSIAMO TORNARE A CASA! Ma non proprio subito, c’è ancora un po’ di strada da fare!
Biancaneve ringrazia i sette nani e … alla prossima.
 
Margherita