Fate e Folletti di Maria Iacovuzzi

Il bosco fatato.
Le ho viste veramente le fate e i folletti nel bosco di San Silvestro……

Sotto le querce e i castagni, tra le lucciole che si davano da fare per trovare l’anima gemella lampeggiando freneticamente.
Daini, volpi, tassi, non li ho visti ma c’erano eccome! Se ne sentiva l’odore.
Il bosco faceva parte un tempo dei giardini reali di Caserta.
La Reggia si scorgeva non molto lontana da lì.
Ogni volta che mi capita di visitare luoghi così armonici, così riposanti come quel bosco, non posso fare a meno di pensare a quanto i re erano non solo fortunati ma anche accorti: tutto intorno a loro doveva essere il meglio per il corpo e lo spirito.
Noi comuni mortali invece, anche quando possiamo vivere come re, siamo così stolti da rendere prosaici anche i luoghi da re. Mah…I misteri dell’essere umano!!!
Il bosco si visitatava come centro ambientale del WWF e in effetti c’erano tutti gli elementi caratteristici: i percorsi guidati, le frecce di direzione, le cassettine per l’osservazione e i piccoli esperimenti, eppure rimaneva un luogo fatato,misterioso, in cui all’improvviso potevi avvertire il fruscio o lo scalpitio di un animale selvatico.
Rimandava ad altri tempi.
I custodi del bosco, Franco e la sua famiglia, mi sono apparsi subito "fantastici", cioè fuori dall’ordinario.
E se con loro non ci avessi parlato, anche di argomenti contemporanei, avrei pensato che fossero lì da secoli, a guardia di quel tesoro verde e incontaminato in cui anche le lucciole ad una certa ora spegnevano il lanternino per non disturbare.