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Cancellara: chi non viene non crede!

E’ un paese il mio, che si nasconde.
Ti fa impegnare fin dall’inizio, quando percorri le strade che poi ti accompagnano verso l’ingresso.
L’occhio calcolatore dell’uomo d’oggi noterà subito il dissesto.
E se fosse una strategia per lasciare la sua magia tutta alla fine?

Nel mio paese, ai fanciulli che devono andare a scuola, al mattino non servono le sveglie.
Ci pensa la cara signora Maria, con la sua voce stridula a fare da sveglia ai dormiglioni ritardatari. Tutte le mattine si alza di buon ora, per dare il benvenuto a fruttivendoli ed ambulanti di ogni sorta, che da lontano arrivano per riempire la nostra cara “Piazza Sedile”
Il venerdì poi, Maria, è la sveglia di grandi e piccini, per l’arrivo del “pescivendolo”.
In questi Paesi moderni, quando viene smarrito qualcosa, il primo pensiero và in caserma.
Per un buon cancellarese che smarrisce o ritrova qualcosa che non sia di sua proprietà, il primo pensiero è : “ il bando della signora Maria”.
A non fare delle sue parole, “parole al vento” ci pensano i contrafforti del nostro Castello, che dal 1300 chissà quanta gente ha visto arrivare e andare via. Prima Baroni e Conti, poi solo famiglie di contadini.
È proprio lui, il Castello, che fornisce a chi arriva per la prima volta, un assaggio….solo un assaggio di tutta la magia circostante.
Seppùr fortezza, non può mica il Castello , fare tutto da solo!
Al resto ci pensa poco più giù la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria.
Aahh!!! Lei sì che è davvero magica! Per chi preferisce solo visitarla, mostra tutta la sua ricchezza di affreschi. Per chi invece la conosce bene, lei si mette a servizio diversamente, con la sua campanella anti-tempeste.
Credete che io vi prenda in giro?
Dunque udite attentamente.
È premura soprattutto degli anziani contadini, prevalentemente nella stagione del raccolto, fare appello alla cara campanella, non appena una violenta tempesta sta per abbattersi sul piccolo borgo.
E lei, con i suoi rintocchi, riporta ogni cosa al suo posto.
Potrei continuare a raccontarvi di questo che vi sarà sembrato quasi un paese delle favole, ma poi: “Se vi raccontassi tutto qui, come farei a mostrarvi quanto orgoglio e quanto amore mi legano a questi luoghi?
Attenzione!! Non fatevi ingannare da alcuni pareri altrui!
Chiedendo di Cancellara, potrebbero dirvi che è un paese dove non c’è niente.
Ma voi cercate di guardarlo con il mio stesso occhio, come un paese che lascia mano libera all’uomo di creare, e che forse sta ancora aspettando l’uditore giusto.
Il paesello a disposizione mette la pace e la tranquillità, ma vuole il motore.
Non vi sto salutando, non temete! Voglio solo farvi cambiare prospettiva, portarvi lì, dove il paese si nasconde!
Lì dove, io personalmente, mi ritirerei in solitudine tutte le volte in cui lo stress mi sovrasta, se solo ne fossi capace.
Basta un breve tratto di asfalto lasciando l’arco del Rione Lombardo, che sta cercando di custodire, sopravvivendo a denti stretti, tutte le origini del nostalgico Cancellarese, per ritrovarsi nel verde più verde che ci sia!
Siamo tra le valli dell’alto Bradano, dove la natura ti accoglie, anzi, ti abbraccia.
È quasi con gelosia che vi sto “portando” in questi posti, anzi, il “quasi” toglietelo pure!
Penso però, a chi, magari con la stessa gelosia, ha guidato me per la prima volta, in quei posti che ha scoperto da solo.
Quando ti ritrovi da solo, di fronte a quelle montagne, quei suoni, quegli odori, ti senti inerme.
La natura ti sta sovrastando, ti fa da padrone.
E tu, potresti difenderti, ma non vuoi, è proprio quel “sentirti inerme” che ti piace, ti rilassa!
Il tempo vola, e tu, che generalmente non riesci a staccarti da cellulare e computer, che pensi rappresentino il tuo pane quotidiano, hai l’impressione di aver perso ogni contatto con la realtà.
Ti senti ancora più piacevolmente perso, quando ti vedi catapultato davanti ad un ruscello che pensavi esistesse solo in TV o al massimo, nell’altro capo del mondo, e invece….sei a casa tua.
È la natura stessa a quel punto che ti rassicura, quando poco più avanti, ti fa riconoscere la mano dell’uomo in un mulino ad acqua, di cui ormai sono rimasti solo pochi resti.
In quel preciso momento, recuperi le forze e pensi: “Mostrerò tutto questo almeno alle persone che amo di più”.
Allora prendi a raccontarlo a tutti con un orgoglio ed un’emozione così forti, che ti fanno tremare voce e gambe ogni volta che riapri l’argomento.
Il tremolio poi, si fa ancora più forte ogni volta che ripercorri questi stessi posti, perché ogni volta la sensazione si modifica, a seconda della compagnia che scegli, a seconda delle novità che trovi.
Diversa è stata anche la mia emozione di domenica 14 Aprile 2013 insieme a voi, amici del “Falco Naumanni”,rispetto a quando per la prima volta, Marilisa e Luca, armati di pazienza, buona volontà ed un pizzico di avventura, mi fecero conoscere in punta di piedi, questo paradiso.

Marianna Lancellotti